Usare il “pezzotto” per vedere in maniera illegale e in streaming le pay tv non è un reato. Lo ribadisce la sentenza della giudice Roberta Maggio che si richiama alla legge vigente la quale, come scrive Repubblica, non prevede al riguardo un illecito penale. La magistrata si è dovuta esprimere sul caso di 13 imputati salentini accusati di ricettazione per l’impiego del decoder pirata. Tutti assolti, ma multati con una sanzione amministrativa di 154 euro.
La sentenza
La giudice chiarisce il suo indirizzo all’interno della sentenza: «Non esistono elementi tali da provare che gli imputati abbiano partecipato alle attività di produzione e immissione in circolazione dei supporti informatici, né che li abbiano detenuti per immetterli in commercio. Emerge pacificamente che la detenzione dei supporti informatici fosse finalizzata a meri scopi di natura personale». In sostanza, gli imputati avevano acquistato il “pezzotto” solo a uso personale: per vedere partite, film e altro. La decisione della magistrata ripercorre la linea dettata da diverse sentenze delle Sezioni unite della Corte di Cassazione: «L’acquirente ha ricevuto il supporto illecito per uso personale e non per immetterlo a sua volta in commercio si configura solo l’illecito amministrativo e non il reato di ricettazione».
L’inchiesta e le richieste delle pay tv
L’inchiesta è stata condotta dai militari della guardia di finanza di Lecce, con il coordinamento della pm Maria Vallefuoco. I 13 ora assolti avevano acquistato il proprio “pezzotto” da un sito internet che era gestito da un soggetto residente nel Varesotto. I 13 pagavano gli abbonamenti Iptv pirata attraverso versamenti su una Postepay in modo da vedere Mediaset Premium, Sky, DAZN e Disney Channel. Mediaset Premium si era costituita parte civile chiedendo un risarcimento di 80mila euro.
fonte msm.it