Oggi su CRC, radio partner della SSC Napoli, nel corso della trasmissione “A Pranzo con Umberto Chiariello”, quest’ultimo è intervenuto con il suo Punto Chiaro, rispondendo al comunicato del Sindacato Unitario Giornalisti Campania. Di seguito le parole di Umberto Chiariello divulgate tramite nota stampa: “Oggi il Sindacato Unitario dei Giornalisti della Campania ha emesso un comunicato dove ha tirato in ballo Radio Crc al quale risponderò con molta puntualità e chiarezza. Il comunicato dice che la Radio punta il dito contro i giornalisti di altre testate specie della carta stampata non allineati al Napoli e che così si mette a rischio l’incolumità delle persone.

Parto da un presupposto: non è Radio Crc ma sono io colui che ha inscenato una battaglia a campo aperto per ripristinare il diritto di critica e di verità non corporativo. Io non mi sento di far parte delle corporazioni o di una casta, io mi ritengo un cittadino libero che si sente di esercitare in base dell’articolo 21 della costituzione il diritto alla critica.

Con questo comunicato il sindacato la fa fuori dal vaso. Io non ho mai parlato di giornalisti allineati e non allentati. Non mi sono mai allineato nella mia vita, figuriamoci se lo chiedo ad altri. Se fossi stato allineato avrei mascherato le deficienze del mercato del Napoli con tutte le scuse possibili. Ho dato invece 4 al mercato del Napoli.

Quando Radio Crc mi ha chiamato per dirigere la redazione sportiva ho chiesto una sola cosa: la possibilità di essere libero di esprimermi come ho sempre fatto e questa libertà mi è stata garantita. Ringrazio per questo l’editore Salvatore Isaia e il direttore Umberto Russo.

Quando abbiamo incontrato il Presidente Aurelio De Laurentiis, Chiavelli e lo staff maggiore del Napoli e abbiamo firmato l’accordo, io ho detto: “Signori, io non sono un giornalista allineato e mi riservo di poter criticare”. Mi è stato detto, e ho i testimoni: “Puoi dire quello che vuoi come hai sempre fatto, usando il buon senso che non ti è mai mancato. Noi apprezziamo anche le tue critiche”. Le mie critiche sono sempre state circostanziate e mai prevenute, e forse per questo sono state accettate.

Io non ho messo all’indice i singoli giornalisti additandoli come nemici del Napoli. Non è un linguaggio che mi appartiene, altri sono i giornalisti che hanno costruito le loro fortune con il populismo e facendo i Masanielli. Io non sono mai sceso sul piano personale né messo a rischio nessuno. Anzi chi ha rischiato l’incolumità sono proprio io. Io sono tra i pochissimi che sono andato contro i capi Ultras, che ha avuto gli striscioni con su scritto “Infame, stai zitto” ed a cui la Digos ha chiesto se volessi essere scortato. Sono stato aggredito (verbalmente ma pesantemente) persino da un ultrà sull’autostrada, quel giorno è dovuto intervenire la polizia.

Io ho avuto il coraggio di espormi, a differenza di molti, e di fare nomi e cognomi. Chi dice che le mie parole hanno incitato alla violenza si contraddice. Prima si dice che le opinioni non possono mai essere considerate mandanti di fatti di violenza, poi si dice che le mie critiche mettono a rischio le persone. Non sono Tony Negri che armo e sono ideologo delle Brigate Rosse. Sono solo uno che pretende di poter esercitare il diritto di critica. Sono il primo che se dice una cosa se ne assume la responsabilità. E se sbaglio, come l’anno scorso, mi tengo tutto. Sono stato preso in giro anche dai colleghi l’anno scorso in maniera pesante e sono stato zitto. E nessun sindacato è venuto a difendermi di fronte ad insulti pesanti di gente iscritta all’Ordine, che – da me interpellato – ha fatto finta di nulla.

E poi non ne ho fatto di tutta un’erba un fascio. Io ho citato gli articoli che hanno scritto alcuni colleghi, non mi sono mai permesso di criticare la persona. Ho mai offeso? Posso criticare le affermazioni dei colleghi di cui non condivido l’interpretazione dei fatti? Posso esercitare il diritto alla critica?

Il giornalismo italiano è fatto di polemiche, di battaglie e di schieramenti. Avete perso il senno della ragione con questo comunicato, in pratica avete azzerato cent’anni di storia e battaglie giornalistiche, polemiche roventi tra direttori di testate di fronte alle quali nessun sindacato è mai (giustamente) intervenuto.

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