Filippo Turetta il giorno dopo. La condanna all’ergastolo per l’omicidio di Giulia Cecchettin non l’ha sorpreso. “Penso sia una sentenza giusta, me l’aspettavo», ha detto secondo quanto riporta oggi Repubblica. Quando gli hanno chiesto se voleva chiamare i genitori, il 22enne di Torreglia ha risposto: «No, non me la sento adesso. Chiamo mia mamma domani, è il suo compleanno». Turetta è detenuto in questo carcere dal 25 novembre 2023. Nella sua sezione ci sono una scuola, una cappella per la preghiera, una palestra. Oggi frequenta un corso d’inglese, guarda la tv, legge libri, può suonare la chitarra. «Voglio rimettermi a studiare», avrebbe detto. I suoi genitori, Nicola Turetta e Elisabetta Martini, lo andranno presto a trovare di nuovo. «Chiedono riservatezza, non rilasciano alcun tipo di dichiarazione », dice la loro avvocata Paola Rubini.
Resta però una considerazione da fare: Filippo Turetta per tutta evidenza non è un criminale. E’ sicuramente una persona disturbata. Magari, certamente, con al punto tale da giustificare la sua incapacità di intendere e di volere. Ma andrebbe curato, prima ancora che condannato all’ergastolo. L’ergastolo significa “fine pena mai” andrebbe dato a chi delinque, non chi uccide per colpa di una malattia.
Che poi sia pericoloso per la comunità e che meriti di essere recluso, almeno tenuto lontano da altre persone, è un altro discorso.