foto antimo Piccirillo
Rosario Pastore, storico capo della redazione napoletana della Gazzetta dello Sport, ha detto la sua, sulla sua pagina facebook, sulla partita di ieri. Lanciando una stoccata non male all’ex stopper del Mila, oggi opinionista TV.
“Se qualcuno conosce personalmente Alessandro Costacurta (io non ho questo piacere) gli dica che non si è dimostrato un mago nella preveggenza. Aveva anticipato, nel corso di una trasmissione su Sky, che stasera al comando della classifica ci sarebbero state 3 squadre. Col Napoli, Inter e Atalanta. Ebbene, non è andata così. Gli azzurri sono ancora soli in testa e hanno dimistrato di avere ben poca voglia di lasciare quella deliziosa posizione. Alla faccia di chi sta cercando in tutti i modi di ridimensionare la squadra di Conte.
LUKAKU – Ad infrangere il pareggio che Caudio Ranieri sognava per il suo terzo esordio sulla panchina della Roma, ci ha pensato Lukaku. Dovete sapere che le vecchie abitudini del mestiere sono ancora presenti in me e così mi capita, mentre seguo la partita, di annotare volta per volta i pensieri che mi vengono in mente. Ebbene, dovreste sapere quanti improperi, quante parolacce, quanti vaff… ho scritto sul conto dell’attaccante belga. La cosa più gentile che gli ho indirizzato è stata quella di definirlo scaldabagno. Non sono il solo, però: il mio amico Mario Cosenza (ma chissà quanti altri lo avranno fatto) ha confessato di aver commesso lo stesso peccato. A fine primo tempo, ho rovesciato tutto il mio malumore chattando con mio nipote Lucio. Ma poi, e Lucio può testimoniarlo, ho aggiunto: e magari sarà proprio Romelu nel secondo tempo a farci vincere la partita. Al pari di Costacurta, sono una schifezza come preveggente, ma so per esperienza che qualche volta succede che il peggiore finisca con l’aureola del redentore. Così è stato, per fortuna. Ma continuo a chiedermi insistentemente cosa sarebbe accaduto, come sarebbero andate le cose se nel primo tempo, quando il Napoli dominava in lungo e in largo la gara, al posto del belga ci fosse stato un altro. Chessò, un certo Cholito. Che, invece, ha dovuto accontentasi del solito scampolo di partita. Quando Conte ha sostituito Lukaku, il belga (e questo mi induce a pensare che come uomo-spogliatoio sia mica male) è andaato a sedersi al fianco dell’incazzatissimo Kvara, che non aveva affatto gradito il richiamo in panchina a favore di Neres. Atteggiamento condannabile, quello del georgiano, sia perché, a mio parere, meritava di essere sostituito sia perché queste scenate sono una mancanza di rispetto nei confronti del compagno mandato in campo al suo posto. Kvara non ha giocato alla sua altezza e se è un ragazzo intelligente, cosa di cui non dubito, deve capire che certe decisioni a volte sono necessarie.
SKY – A proposito di mancanza di rispetto, stasera c’era la possibilità di seguire Napoli-Roma sia su Sky sia su Dazn. Ho scelto la prima e mal me ne ha incolto. Perchè l’emittente si è prodotta in una decisione che definire sciagurata è poco. Quando al Maradona si sono cominciate ad ascoltare le prime note dell’inedito di Pino Daniele, Sky ha interrotto brutalmente il programma passando agli spot pubblcitari. Per me, ma credo anche per tantissimi altri, è stato come un ceffone in pieno volto. Un artista come Daniele, di cui si commemora quest’anno il decennale della scomparsa, non va trattato in questo modo. So per primo che la pubblicità è importante. Il responsabile del programma, però, poteva rimandare tutto il blocco all’intervallo della partita. E invece la sua è stata una decisione non solo di pessimo gusto ma, ribadisco, estremamente offensiva. Ho poi sentito la canzone, il cui titolo è “Again”, su Dazn, nel dopopartita. Va detto che i figli del grande Pino avevano voluto che le note dell’inedito si ascoltassero per la prima volta al Maradona. Una brutta mancanza di rispetto anche per loro.
DI LORENZO – Ma è d’uopo tornare alla partita, c’è qualcos’alto da ricordare. E si tratta di un paio di note positive. Una riguarda il capitano. Il gol è in gran parte un suo capolavoro. E’ successo al 53′. Sulla trequarti, Angelino ha fatto un po’ di casino, la palla è capitata sul piede di Kvara. Traversone preciso per Di Lorenzo. Colpo di testa a seguire in piena area, palla inseguita e domata per un passaggio delizioso sottoporta per Lukaku che, diciamo la verità, avesse fallito anche quel gol, sarebbe stato da corte marziale immediata. E’ stato lì che l’immagine di paccotto fatto dal Chelsea al Napoli è d’incanto svanita, come la nebbia quando il sole comincia a splendere. L’altra nota buona me l’ha offerta Neres. Pochi minuti anche per lui e un numero da campione assoluto, con il raddoppio sfiorato d’un’animella. Dovesse Kvara continuare a fare i capricci (cosa che assolutamente non mi auguro, naturalmente), Conte avrebbe pronta la soluzione. Che non sarebbe affatto disprezzabile.
PERCHE’ ? – Ma le note negative ci sono, eccome. Le palpitazioni che il Napoli mi ha fatto soffrire dalla metà della ripresa alla fine sono state tante per il mio vecchio cuore. La squadra è arretrata visibilmente. E pericolosamente. Una Roma che è, attualmente, solo una Rometta (un solo tiro in porta oltre ad una traversa), si è rovesciata nella metà campo azzurra e i giocatori del Napoli non riuscivano a venirne fuori. Si sono ripetute le scene già viste in altre occasioni. Uno spettacolo imbarazzante. Conte deve assolutamente porvi rimedio. Le grandi feste dopo il triplice fischio di Massa (ben poco da commentare, anche se un manrovescio di Pellegrini sul volto di Kvara avrebbe meritata l’ammonizione e non l’indifferenza dell’arbitro) le giustifico solo per il primato confermato ed era giusto farle. Ma l’ultima fase della gara è stata tutta da dimenticare. Continuo a ritenere il Napoli squadra tra le migliori del campionato. Il centrocampo è il reparto forse più forte, anche se oggi il solo Lobotka è stato davvero all’altezza, con un Anguissa un po’ confusionario ed un McTominay che deve assolutamente essere coinvolto maggiormente nel gioco: la posizione dello scozzese, attualmente, non è ne carne nè pesce. Ed è un peccato, Scott potrebbe assicurare un contributo ben più determinante. Ma tant’è. Sono sicuro che in tanti, tra i miei amici, siano convinti che non sia giusto andare a cercare il pelo nell’uovo. Ok, li accontento: il Napoli ha vinto. Viva il Napoli”.
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