I Promessi suoceri, di scena all’Augusteo da ieri, rappresentano la classica commedia napoletana. Si ride, si passano oltre due ore in serenità, in attesa di capire come andrà a finire la storia.
Scritto e diretto da Paolo Caiazzo, con Maria Bolignano, e con in O. A. Antonio D’Avino, Yuliya Mayarchuk, Domenico Pinelli e Giovanna Sannino il lavoro centra in pieno ii suoi obiettivi. Nulla di trascendentale, ma non erano queste le premesse, e non era certamente questo quello che il pubblico si aspettava.
Da sottolineare la capacità di evitare punti morti. In genere in lavori di questo tipo, chi segue la storia potrebbe tranquillamente perdersi qualche scena, senza perdere il filo del racconto, Non ci sarebbe nulla di male, sia ben chiaro. Ma specie nel secondo tempo la storia, che resta comica si ingarbuglia in maniera impressionante. Ed anche la durata, due ore escluso l’intervallo, appare congrua. Diciamo che si tratta di una lunghezza tipica della commedia napoletana storica, che però apparirebbe un po’ eccessiva ai giorni di oggi. Invece il tempo scorre via veloce, al punto che neanche ci si rende conto della durata.
Certo alcuni passaggi potrebbero facilmente essere tolti, ad esempio quando il consuocero del protagonista, figlio di un camorrista, tira fuori la pistola, salvo poi ammettere che il padre gliene aveva imposta una giocattolo.
La storia è surreale, con un colpo di scena finale che sistema tutto. Un finale a sorpresa indubbiamente, che non sveliamo per non togliere la sorpresa a chi andrà a vedere la commedia. Un finale magari un po’ eccessivo, ma che ci sta tutto.
In conclusione un bel lavoro. Una commedia che offre esattamente quello che uno che va a teatro a vedere un simile spettacolo si aspetta. Bravo Paolo Caiazzo, autore, regista e attore principale, Bravi tutti gli interpreti.