Nel pomeriggio di ieri, presieduta dal prefetto di Napoli, Michele di Bari, si è svolta, a Palazzo di Governo, una riunione sulle iniziative a sostegno dei minori a rischio. All’incontro hanno partecipato gli assessori alla Sicurezza e alla Scuola, Politiche sociali e Politiche giovanili della Regione Campania. Mario Morcone e Lucia Fortini, gli assessori alla Legalità e al Welfare del Comune di Napoli, Antonio De Iesu e Luca Trapanese, il presidente del Tribunale per i minorenni, Paola Brunese, il rappresentante della Corte d’Appello Di Marco, il direttore scolastico regionale, Acerra, i rappresentanti delle Forze dell’ordine, dell’ASL Napoli 1 Centro, i delegati dell’Arcivescovo di Napoli e del Vescovo di Pozzuoli, il Garante campano dei detenuti e i rappresentanti delle Associazione Asso Gioca, Rete per la sicurezza dei minori e degli adolescenti, 31 Salvatutti e dell’Orchestra Sanità Ensemble. Il prefetto, si spiega in una nota, ha evidenziato che, oltre alle numerose iniziative finora messe in campo – tra cui le azioni di prevenzione e di contrasto alla dispersione e all’abbandono scolastico, all’uso di sostanze stupefacenti, sviluppando progetti che propongono modelli attitudinali positivi per valorizzare le risorse della persona, l’intensificazione dei controlli, anche all’esterno e nelle vicinanze degli istituti scolastici per evitare la circolazione di stupefacenti e armi di qualsiasi genere e l’installazione di sistemi di videosorveglianza – occorre un ulteriore sforzo attraverso accordi di collaborazione interistituzionale. In particolare, il prefetto ha proposto la sottoscrizione di un Protocollo d’Intesa tra tutti gli attori istituzionali e del Terzo Settore interessati, per il reinserimento sociale e l’avviamento al lavoro dei minori fuoriusciti dal circuito penale, anche con problemi di dipendenze (da alcol, sostanze stupefacenti, gioco d’azzardo eccetera), a grave rischio di esclusione sociale, criminalità e devianza. Il delegato della Presidente della Corte d’Appello, Di Marco, ha evidenziato che “i giovani subiscono l’influenza negativa di modelli proposti dai social, fenomeno che occorre contrastare attraverso iniziative condivise di prevenzione primaria”. La presidente del Tribunale dei minori, Brunese, ha sottolineato l’importanza di affiancare anche le famiglie di provenienza dei ragazzi inclini alla devianza che hanno a loro volta bisogno di specifico supporto. L’assessore regionale alla Sicurezza, Morcone, ha ribadito la disponibilità della Regione Campania a finanziare ulteriori sistemi di videosorveglianza per il controllo del territorio per incrementare la sicurezza e la vivibilità del contesto. L’assessore regionale alla Scuola, Politiche sociali e Politiche giovanili, Fortini, ha ricordato le numerose iniziative avviate dalla Regione per consentire, tra l’altro, l’apertura pomeridiana degli istituti scolastici e l’incremento della pratica sportiva nei ragazzi. L’assessore comunale al Welfare, Trapanese, ha illustrato la progettualità sperimentale di recente avviata per i minorenni che hanno subito pene detentive, d’intesa con i competenti uffici giudiziari. Il direttore scolastico regionale, Acerra, ha messo in evidenza la necessità di seguire con percorsi dedicati anche i ragazzi che hanno superato i 15/16 anni e che sono fuori dall’obbligo di istruzione. Il vicario episcopale per la carità della Diocesi di Pozzuoli, don Fabio De Luca, ha evidenziato che spesso i giovani devono allontanarsi dal contesto familiare d’origine, per poter cambiare realmente; tornando a contatto diretto con gli ambienti malavitosi del territorio di provenienza, vengono condizionati a proseguire il percorso di vita deviato. Tutti i rappresentanti del volontariato presenti hanno espresso l’intendimento di continuare il proprio percorso, anche in sinergia con le istituzioni. A conclusione dell’incontro, il prefetto “ha ribadito la volontà di costruire, attraverso un protocollo che coinvolta tutte le istituzioni interessate, le Diocesi ed il Terzo settore, un progetto dedicato ai ragazzi che, in quanto usciti dal sistema penale, sono portatori di fragilità e rischiano di essere nuovamente reclutati dalla criminalità”. A breve verrà predisposta una bozza di tale protocollo.