«Il Santo Padre anche oggi è rimasto stazionario senza presentare episodi di insufficienza respiratoria»: è il bollettino diffuso dalla Santa Sede sulla condizione del pontefice.

«Come programmato, durante il giorno, ha effettuato l’ossigenoterapia ad alti flussi e nella notte verrà ripresa la ventilazione meccanica non invasiva»: anche stanotte, dunque, il Papa dormirà con la maschera dell’ossigeno,

 

«Il Santo Padre», però, oggi «ha incrementato la fisioterapia respiratoria e quella motoria attiva. Ha trascorso la giornata in poltrona. In considerazione della complessità del quadro clinico, la prognosi rimane riservata».

Che la situazione continui a essere delicata lo dimostra la prudenza estrema dei bollettini quotidiani e il fatto che il Papa, dopo le ultime crisi, abbia passato la notte scorsa respirando con l’aiuto della ventilazione meccanica, una mascherina che gli copre naso e bocca e soffia l’aria nei polmoni. Una cautela che sarà presa, come spiegato dalla Santa Sede, anche oggi.

Certo: come sottolineano fonti vaticane, l’uso della «ventilazione meccanica non invasiva» era «programmato»: una prudenza in più, in un quadro che si continua a definire «complesso». Ma le stesse fonti, anche ieri, chiarivano che «il Papa non è fuori pericolo».

Il Pontefice, che ha 88 anni, è stato ricoverato il 14 febbraio per quella che si è rivelata essere una polmonite bilaterale, una «infezione polimicrobica» che ha colpito entrambi i polmoni e si è aggiunta alla bronchite cronica che sopporta da un paio d’anni.

In questi giorni non è mai stato intubato.

Durate la giornata è sottoposto a una ossigenoterapia ad alti flussi, una ventilazione attraverso naselli che rappresenta un livello inferiore rispetto alla ventilazione meccanica notturna.

Nella giornata di oggi, spiega ancora la Santa Sede, «il Santo Padre ha partecipato al rito della benedizione delle Sacre Ceneri che gli sono state  imposte dal celebrante, quindi ha ricevuto l’Eucarestia. Successivamente si è dedicato ad alcune attività lavorative. Sempre nel corso della mattina ha chiamato P. Gabriel Romanelli, parroco della Sacra Famiglia di Gaza. Nel pomeriggio ha alternato il riposo al lavoro».

Nell’omelia scritta da papa Francesco per la cerimonia delle Ceneri, il pontefice ha voluto evidenziare che «senza speranza siamo destinati a subire passivamente la fragilità della nostra condizione umana e, specialmente dinanzi all’esperienza della morte, sprofondiamo nella tristezza e nella desolazione, finendo per ragionare come gli stolti: “La nostra vita è breve e triste; non c’è rimedio quando l’uomo muore il corpo diventerà cenere e lo spirito svanirà come aria sottile”.

La speranza della Pasqua verso cui ci incamminiamo, invece, ci sostiene nelle fragilità, ci rassicura del perdono di Dio e, anche mentre siamo avvolti dalla cenere del peccato, ci apre alla gioiosa confessione della vita. Ricordiamoci questo: “L’uomo è polvere e in polvere ritornerà, ma è polvere preziosa agli occhi di Dio, perché Dio ha creato l’uomo destinandolo all’immortalità”», ha scritto, citando Benedetto XVI. 

Da domenica, prima di Quaresima, cardinali e vescovi faranno per una settimana gli esercizi spirituali nell’Aula Paolo VI «in comunione con il Santo Padre» e quindi senza il Papa. Si naviga a vista, in attesa di Pasqua.

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