Battaglia, o meglio “don Mimmo”, come tutti lo conoscono e continuano a chiamarlo, è una figura pastorale di spicco del sud Italia, con un background di “prete di strada” impegnato in particolare per i giovani e i tossicodipendenti. Il Papa lo ha voluto anche tra i membri delle due sessioni del Sinodo sulla Sinodalità. Calabrese di nascita, originario di Satriano (CZ), 61 anni, prima dell’arcidiocesi partenopea vescovo della Diocesi di Cerreto Sannita-Telese-Sant’Agata de’ Goti, in provincia di Benevento, Battaglia ha compiuto gli studi filosofico-teologici al Pontificio Seminario Regionale “San Pio X” di Catanzaro. Ordinato sacerdote il 6 Febbraio 1988, è stato nel corso degli anni parroco, rettore, direttore di uffici diocesani, canonico. Il 24 giugno 2016 è stato eletto da Papa Francesco alla sede vescovile di Cerreto Sannita -Telese- Sant’Agata de’ Goti. La consacrazione episcopale il 3 settembre e l’insediamento alla guida della comunità beneventana dal 2 ottobre del 2016, scegliendo come motto episcopale le parole di Gesù a Bartimeo – il figlio cieco di Timeo, che sedeva lungo la strada a mendicare – “Coraggio, alzati, ti chiama!” (“Confide, surge, vocat te!”).L’attenzione agli ultimi
Particolare l’attenzione e il coinvolgimento di monsignor Battaglia ai deboli e agli emarginati: è stato infatti al fianco dei tossicodipendenti dal 1992 al 2016 guidando il “Centro Calabrese di Solidarietà”, struttura legata alle Comunità Terapeutiche (FICT) di don Mario Picchi di cui è stato presidente nazionale dal 2006 al 2015. Dal 2000 al 2006 è stato inoltre vicepresidente della Fondazione Betania di Catanzaro, un’opera diocesana di assistenza e carità.
A Napoli, dove gode dell’apprezzamento del clero e dei fedeli locali, il nuovo arcivescovo si era presentato nel primo messaggio “come fratello che va tra fratelli” in una città, “tesoro del Sud” in cui si spera e si lotta contro numerose problematiche sociali. Quelle che ha sempre denunciato, non mancando mai di stigmatizzare gli episodi di violenza e criminalità. Quelle a cui ha sempre guardato con occhio di pastore, come continuerà a fare anche da cardinale.
Il Collegio cardinalizio
Nel prossimo Concistoro, il decimo – come detto – di Jorge Mario Bergoglio, uno solo dei futuri cardinali non è elettore (l’ex nunzio Acerbi): con l’aggiunta di Battaglia 11 sono europei, di cui 5 italiani; 6 del continente americano, di cui 5 sudamericani, 3 asiatici, un africano. Dal 7 dicembre il Collegio cardinalizio sarà quindi composto da 256 membri, dei quali 141 elettori e 115 non elettori.
fonte www.vaticannews.va.it