foto Antimo Piccirillo

Nelle ultime settimane gli infortuni hanno tolto risorse preziose al Napoli. Eppure hanno permesso ad Antonio Conte di coinvolgere anche altri giocatori, costringendoli a tirare fuori la loro migliore versione possibile. A turno, quelle che venivano considerate (a torto) “seconde linee” sono state brave a rispondere puntualmente alle necessità dell’allenatore, le volte che sono state chiamate in causa, schierate dal primo minuto oppure inserite in corso d’opera. Per cui adesso ognuna di loro si sente a giusta ragione parte integrante della squadra che insegue l’Inter.

Con ancora tante partite da disputare, proprio la gestione delle energie, centellinata attraverso le rotazioni, potrebbe diventare la forza principale degli azzurri, così da rendere la corsa allo scudetto combattuta fino all’ultimo. Magari nessuna delle presunte riserve ruba veramente l’occhio; nondimeno l’Uomo del Salento sa come e quando inserirle, cambiando anche sistema. Contro i nerazzurri, per esempio, Ngonge ed il rientrante Olivera hanno garantito un’opzione in più sull’ampiezza. Specialmente il belga, libero di buttarsi dentro o puntare l’avversario, ha avuto sprazzi di pura intensità. Aggiungendo Billing, c’era un altro palleggiatore a centrocampo, bravo a destreggiarsi sotto pressione, nonché maggiore forza sulle seconde palle. Infine Okafor, a suo agio dirottato a sinistra, col compito di tagliare dall’esterno e inserirsi in zona di rifinitura: una giocata che rientra sicuramente nelle sue corde.

Scelte tattiche efficaci, che hanno creato un ambiente ostile per la capolista, rendendogli indigesto il finale di gara. Veicolando l’impressione che davvero Inzaghi volesse resistere strenuamente invece di provare a vincerla. Ma non sapeva bene come fare. Insomma, questo Napoli che ha letteralmente demolito l’Inter, rimane il capolavoro di Conte. Il “più riuscito”, avrebbe detto il grande Eduardo, parafrasando un passaggio epico di “Natale in casa Cupiello”.

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