Bergoglio l’aveva annunciato in diverse occasioni: per il suo funerale voleva una cerimonia più snella, “con dignità ma come ogni cristiano”. Poi, nero su bianco, a novembre 2024, erano arrivate le nuove regole per le esequie, in generale, di tutti i Pontefici. Tante le novità introdotte. Ecco le tappe previste.

Le regole

L’Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche del Sommo Pontefice aveva curato la redazione e la pubblicazione della seconda edizione tipica dell’Ordo Exsequiarum Romani Pontificis, approvata il 29 aprile 2024 da Papa Francesco. Il Pontefice aveva poi ricevuto la prima copia del volume stampato lo scorso 4 novembre.
Il libro liturgico è stato presentato come nuova edizione del precedente, l’editio typica dell’Ordo Exsequiarum Romani Pontificis approvata nel 1998 da san Giovanni Paolo II e pubblicata nel 2000, che è stata utilizzata nelle esequie dello stesso Pontefice nel 2005 e, con adattamenti, in quelle del Papa emerito Benedetto XVI nel 2023.
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Esequie di “un pastore e discepolo, non di un potente di questo mondo”
“Una seconda edizione si è resa necessaria – aveva spiegato nel 2024 l’arcivescovo Diego Ravelli, Maestro delle Celebrazioni Liturgiche Pontificie – anzitutto perché Papa Francesco ha chiesto, come dichiarato da lui stesso in diverse occasioni, di semplificare e adattare alcuni riti in modo che la celebrazione delle esequie del Vescovo di Roma esprimesse meglio la fede della Chiesa in Cristo Risorto. Il rito rinnovato, inoltre, doveva evidenziare ancora di più che le esequie del Romano Pontefice sono quelle di un pastore e discepolo di Cristo e non di un potente di questo mondo”.
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Le novità

Tra le novità introdotte c’è la constatazione della morte non più nella camera del defunto ma nella cappella, la deposizione immediata dentro la bara, l’esposizione alla venerazione dei fedeli del corpo del Papa già dentro la bara aperta, l’eliminazione delle tradizionali tre bare di cipresso, piombo e rovere.

Le tre “stazioni” tra tradizione e modifiche

Mantenute le tre “stazioni” classiche, quella nella casa del defunto, quella nella Basilica Vaticana e al luogo della sepoltura. “Tuttavia – aveva spiegato ancora l’arcivescovo Ravelli – la struttura interna delle stazioni e dei testi sono stati rivisti alla luce dell’esperienza maturata con le esequie di san Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI”. Tra le novità più rilevanti c’è anche la semplificazione dei titoli pontifici.
La prima stazione “nella casa del defunto” prevede le novità della constatazione della morte nella sua cappella privata, anziché nella camera, e la deposizione della salma nell’unica bara di legno e in quella interna di zinco, prima di essere traslato in Basilica (è stata eliminata la prima traslazione nel Palazzo Apostolico).
La seconda stazione “nella Basilica Vaticana” considera un’unica traslazione in San Pietro, la chiusura della bara e la Messa esequiale. Nella Basilica Vaticana il corpo del Papa defunto è esposto direttamente nella bara e “non più su un alto cataletto”.
Infine, la terza stazione “nel luogo della sepoltura” include la traslazione del feretro al sepolcro e la tumulazione. “Questa stazione – come detto da Ravelli – ha subito un significativo snellimento a causa dell’eliminazione della deposizione e chiusura della bara di cipresso in una seconda di piombo e in una terza di rovere o di altro legno”.
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I novendiali

Un quarto e ultimo capitolo del libro liturgico è dedicato alle disposizioni per i novendiali, le Messe in suffragio del Papa defunto celebrate per nove giorni consecutivi a partire dalla Messa esequiale. Nel nuovo rituale sono riportati quattro – e non più tre – formulari di preghiere a scelta, in quanto sono stati ripresi tutti quelli offerti dal Missale Romanum per il Papa defunto e quello per il vescovo diocesano defunto.
A differenza dell’edizione precedente, sono stati omessi i testi del Lezionario, di cui si offrono invece soltanto le indicazioni bibliche. Infine, la nuova edizione non presenta la corposa appendice con l’ordinario della Messa, le raccolte di salmi penitenziali e graduali e i canti dell’ordinario con la notazione gregoriana.
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Tomba a Santa Maria Maggiore

Il Pontefice, nel 2023, in una intervista con la giornalista messicana Valentina Alazraki di N+, aveva rivelato: “Ho già scelto il luogo della mia tomba nella Basilica di Santa Maria Maggiore”. Grande l’affetto di Bergoglio per la Salus Populi Romani, che nel corso del suo pontificato ha visitato oltre 100 volte (la prima appena eletto, il 14 marzo 2013).

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