“Le condizioni cliniche del Santo Padre sono in lieve miglioramento. È apiretico ed i parametri emodinamici continuano ad essere stabili. Questa mattina ha ricevuto l’Eucaristia e successivamente si è dedicato alle attività lavorative”, comunica la Sala stampa vaticana nella serata del 20 febbraio, a sette giorni dal ricovero presso il Policlinico Gemelli.
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In particolare, a parte il “lieve miglioramento”, ciò che è suona importante riguarda la stabilità dei parametri emodinamici, perché significa che il cuore regge bene alla terapia: in altre parole, il cuore del Pontefice non sta subendo alcuna variazione causata dalle cure. Quindi, il Santo Padre reagisce bene sia alle cure sia nell’ottica dell’infezione polmonare tuttora in corso, e che comunque sarebbe in uno stadio di focolai non estesi. Occorrerà aspettare qualche giorno per vedere se c’è un miglioramento sostanziale su diversi parametri, anche perché la terapia può dare risultati ad alcuni giorni di distanza.
Il Papa, quindi, “prosegue le cure ed anche l’attività lavorativa”. Fonti vaticane spiegano che, in forma ovviamente compatibile con la malattia e con la degenza ospedaliera, oltre che con l’obbligo da parte dei medici di “non prendere neanche il minimo colpo d’aria”, “continua l’attività, cioè la lettura e la firma di documenti, i colloqui telefonici o con gli stretti collaboratori”.
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Giornata di cauto ottimismo: colazione in poltrona e poco lavoro
Quella appena passata è stata un’altra giornata, la settima, per Papa Francesco al Gemelli: “La notte è trascorsa serena – è stato comunicato nel primo bollettino del 20 febbraio -, il Papa si è alzato e ha fatto colazione in poltrona. Papa Francesco prosegue la terapia e le attività lavorative” si è poi appreso da fonti del Vaticano. Le condizioni di Bergoglio restano stazionarie.
“Siamo tutti preoccupati per il Papa, ma le cose che si dicono sono esattamente quelle che avvengono. Il fatto che il Papa abbia fatto colazione, abbia letto i giornali, abbia ricevuto delle persone vuol dire che siamo nella direzione giusta di un pieno recupero, che speriamo avvenga presto” ha dichiarato in giornata il presidente della Cei, il cardinale Matteo Maria Zuppi, a Bologna per l’inaugurazione dell’anno giudiziario del Tribunale ecclesiastico inter-diocesano Flaminio.
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Ieri sera, l’ultimo bollettino spiegava che gli esami del sangue, “valutati dallo staff medico, dimostrano un lieve miglioramento, in particolare degli indici infiammatori”. Le stesse fonti già ieri avevano sottolineato che “il cuore del Papa regge molto bene”. In visita al Gemelli in forma strettamente privata, anche la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni: la premier ha espresso a Papa Francesco gli auguri di pronta guarigione, a nome del governo e del Paese. “Sono molto contenta di averlo trovato vigile e reattivo” ha detto Meloni. “Abbiamo scherzato come sempre. Non ha perso il suo proverbiale senso dell’umorismo”.
Il Papa avrebbe scherzato con la premier anche sulle voci che sono circolate nelle ultime ore, secondo cui il Vaticano avrebbe nascosto al mondo che il Pontefice fosse già morto. Fonti della Santa Sede hanno poi sottolineato il fatto che vengono date “informazioni con regolarità”, contro le continue e insistenti fake news che circolano in questi giorni. “Le fake news si commentano da sole”.
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Il cardinal Ravasi: “Situazione complessa ma non critica”
“Si osserva una sottile ripresa. Considerando un organismo abituato lungamente a combattere, si può dire che tutta la sua vita è stata quasi sempre in tensione. Quindi, è un organismo abbastanza forte. Le notizie verranno fornite di momento in momento, in una situazione che, comunque, rimane complessa. Tuttavia, non si tratta di una situazione critica, come sospettato da alcuni mezzi di comunicazione”: a dirlo, il cardinale Gianfranco Ravasi, intervenendo a Non Stop Music su Rtl. “È una condizione che tutti possono comprendere, considerando l’esperienza di avere parenti anziani che, quando colpiti da una polmonite, non reagiscono come un giovane di 20 o 30 anni” ha sottolineato ancora l’ex prefetto del Dicastero della cultura.
“L’apprensione c’è stata, è vero, soprattutto quando si è manifestata la sindrome della polmonite bilaterale – ha aggiunto il porporato lombardo -, che, in una persona con un polmone a cui è stato asportato un lobo in passato, rappresenta evidentemente una situazione piuttosto difficile da superare”. Tuttavia, ha proseguito il cardinale Ravasi, “sembra che ora l’orientamento generale sia più positivo, considerando una struttura fisica complessivamente forte e abituata a superare interventi impegnativi. Quel momento di preoccupazione è naturale, ma è stato anche enfatizzato in modo particolare. Io uscivo dal Vaticano l’altra sera e già una giornalista mi chiedeva se avessi visto rientrare il Papa a Santa Marta per un motivo non positivo. Invece no, tutto normale” ha proseguito.
E sulle speculazioni che in questi giorni circolano, il cardinale Ravasi ha ammesso di non avere “un’esperienza così diretta. Non percepisco questo clima. Direi che si tratta più di un fenomeno legato alla rete e alla comunicazione di massa, caratterizzato da una tendenza quasi bipolare. C’è una presenza forte che reagisce contro questo Pontificato: pensiamo, ad esempio, agli Stati Uniti, dove esistono, soprattutto nell’ambito dell’infosfera, queste reazioni. Tra l’altro, la tensione all’interno della Chiesa è sempre stata un fenomeno presente sin dalle sue origini”.
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I medici: “Neanche un colpo d’aria”
Secondo quanto si è appreso, a Papa Francesco viene evitata qualunque possibile situazione di stress, nulla deve compromettere il delicatissimo decorso della polmonite, soprattutto si presta una forte attenzione all’ambiente in cui è ricoverato. “Non deve prendere neanche un colpo d’aria”, è stato detto dall’equipe medica che lo ha in cura a chi lo sta assistendo in queste ore. Insomma, non solo niente Angelus dal balcone, ma nemmeno l’apertura di una finestra deve pregiudicare in questo momento la degenza di Bergoglio.
Nei giorni scorsi, è emersa la diagnosi di una “polmonite bilaterale”. La nota del Vaticano ha riportato che “gli esami di laboratorio, la radiografia del torace e le condizioni cliniche del Santo Padre continuano a presentare un quadro complesso. L’infezione polimicrobica, insorta su un quadro di bronchiectasie e bronchite asmatiforme, e che ha richiesto l’utilizzo di terapia cortisonica antibiotica, rende il trattamento terapeutico più complesso. La Tac al torace, di controllo, alla quale il Santo Padre è stato sottoposto ieri pomeriggio [lunedì 17, ndr], prescritta dall’equipe sanitaria vaticana e da quella medica della Fondazione Policlinico “A. Gemelli”, ha dimostrato l’insorgenza di una polmonite bilaterale che ha richiesto un’ulteriore terapia farmacologica. Papa Francesco è di umore buono”.
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La messa per un “paziente speciale al decimo piano”
“Che il Signore custodisca Papa Francesco, che lo rafforzi nel suo ministero affinché possa, ce lo auguriamo presto ma secondo i tempi umani, continuare a guidare la Chiesa con la sua saggezza e il suo amore” ha detto don Nunzio Currao, cappellano del Policlinico Gemelli, conosciuto anche in ospedale con l’appellativo scherzoso di “rianimatore spirituale”, celebrando la messa dell’ospedale nella cappella Giovanni Paolo II al pianoterra.
La messa si tiene ogni giorno alle 13:15 ma quella di ieri è stata particolarmente dedicata a papa Francesco, con il coro dello stesso Gemelli che ha voluto animare la celebrazione non più tanto ordinaria, proprio per dedicarla in maniera particolare al “paziente” del decimo piano. “La musica è una delle vie più belle ed efficaci per elevare lo spirito” ha ricordato don Currao, auspicando che il canto del coro “gli angeli lo portino” fin su al decimo piano. Quindi ha paragonato la degenza di Francesco al magistero della “sofferenza” di Giovanni Paolo II.
Il Papa è “instancabile, il suo lavoro a favore dell’umanità”, ha detto Currao, e quindi “invochiamo per lui il dono della guarigione, poi il Vangelo di oggi cade proprio a cecio con l’episodio della guarigione del cieco, ci insegna che la fede è un cammino di progressiva visione”, “questo per dire che è un cammino, non è che dall’oggi al domani si guarisce, vorremmo subito il Papa tornare in Vaticano, però al Papa non dobbiamo mettere fretta, ci vuole la pazienza”.
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Padre Spadaro: “Si trova in una stanza d’ospedale e per lui è terribile”
Al Papa “auguriamo una pronta guarigione, il Papa è stazionario hanno trovato il problema, il problema di una infezione multibatterica e quindi stanno approntando una terapia che pare sia efficace, quindi il Papa non è in peggioramento come spesso vedo che si sta dicendo in queste ore, non ha la febbre e ieri ha chiamato il parroco di Gaza” ha precisato padre Antonio Spadaro, sottosegretario al Dicastero dell’Educazione e della Cultura, intervenendo martedì 18 nella trasmissione di TV2000 Di buon mattino. “Ovviamente il Papa si ritrova chiuso in una stanza di ospedale e penso che questo per lui sia terribile – ha aggiunto Spadaro – però è veramente necessario e gli auguriamo una pronta guarigione”.
Un’ondata di affetto e preghiera per Papa Francesco
“A motivo delle condizioni di salute del Santo Padre, l’Udienza Giubilare di sabato 22 febbraio è annullata” aveva intanto reso noto la sala stampa vaticana. “Per la celebrazione della Santa Messa, in occasione del Giubileo dei Diaconi, in programma per domenica 23 febbraio, alle ore 9:00, nella Basilica di San Pietro, Papa Francesco ha delegato S.E. monsignor Rino Fisichella, Pro-Prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione, Sezione per le Questioni Fondamentali dell’Evangelizzazione nel Mondo”.
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Il cardinale Pizzaballa invita alla preghiera per un “rapida guarigione”
Il Patriarca di Gerusalemme dei Latini, cardinale Pierbattista Pizzaballa, invita i fedeli alla preghiera per Papa Francesco: “In questo momento – afferma il porporato con una nota sul sito del Patriarcato -, ci riuniamo come un’unica famiglia nella fede, uniti in un accorato appello a elevare le nostre preghiere a Dio Onnipotente per la salute e il benessere di Sua Santità Papa Francesco, il Sommo Pontefice della Chiesa Cattolica. Mentre affronta problemi di salute, lo affidiamo alle cure amorevoli del Signore, chiedendo forza e una rapida guarigione”. Pizzaballa invita a essere “un’unica famiglia spirituale” e implora “il Signore di sostenere Papa Francesco con rinnovata salute e forza, affinché possa continuare la sua sacra missione di guidare la Chiesa con saggezza, umiltà e amore”.
Il papa: “Soffro ancora di raffreddore…”, e fa leggere il discorso ad un collaboratore
Ricovero inaspettato, l’entourage fa passare messaggi rassicuranti: “C’è da stare tranquilli”
Il direttore della sala stampa della Santa Sede, Matteo Bruni, rispondendo alle domande dei giornalisti, nelle prime mattinate di ricovero, ha chiarito fin da subito: “Il Papa è sereno, umore buono, e ha letto qualche giornale”.
L’arrivo del Papa al Gemelli, venerdì scorso, ha preso un po’ alla sprovvista il personale della struttura, considerando, ad esempio, che uno dei medici che fa parte della sua équipe, il chirurgo Sergio Alfieri (che lo ha operato due volte per il problema legato al colon, poi risolto), ha appreso dai giornalisti del suo ricovero. Al momento non si conosce quali siano i medici della vasta équipe del Gemelli che lo stanno tenendo sotto osservazione e stanno procedendo agli esami necessari. Membri dell’entourage del Papa hanno fatto filtrare fin dall’inizio un messaggio rassicurante a chi sta stazionando nelle aree d’attesa del policlinico: “C’è da stare tranquilli”, hanno detto sottovoce.
Il dispositivo di sicurezza all’interno dell’ospedale è molto leggero, con alcuni gendarmi che stazionano nei vari piani e naturalmente il cordone di sicurezza attorno alla stanza tutta bianca del Papa.
Il Papa ricoverato al Gemelli, i problemi di salute del Pontefice delle ultime settimane
La stanchezza degli ultimi due mesi, ai farmaci non si è sommato il necessario riposo
Già a metà dicembre dello scorso anno a molti è sembrato un azzardo il viaggio ad Ajaccio, proprio alla vigilia delle celebrazioni di Natale e dell’apertura del Giubileo. Papa Francesco, nel viaggio del 15 dicembre, per la prima volta, non aveva tenuto la consueta conferenza stampa finale con i giornalisti. Il volo era breve, questa la motivazione ufficiale. Ma evidentemente c’era anche una certa stanchezza del Papa.
Qualche giorno dopo, nel corso di una udienza, si era interrotto: “Scusatemi ma sono molto raffreddato”. Domenica 22 dicembre poi ha deciso di tenere l’Angelus da Casa Santa Marta. Ancora, le celebrazioni del Giubileo con la messa del 24 dicembre spostata da Piazza San Pietro (dove era prevista inizialmente) in Basilica. Quindi, le celebrazioni di Natale, fino al 9 gennaio, quando il Pontefice sceglie di affidare ad un collaboratore la lettura del discorso al corpo diplomatico, una delle udienze più importanti di ogni inizio d’anno.
Quindi ancora udienze, incontri, eventi del Giubileo. Ma sono un paio di settimane che il Papa non arriva in fondo ai discorsi, lascia leggere ai collaboratori, perché risulta affannato e lui stesso pubblicamente ha parlato di bronchite. Infine le udienze non più al Palazzo apostolico ma nella sua residenza a Casa Santa Marta. “Sono ammalato e non posso uscire” diceva rammaricato il 10 febbraio in un video postato sui social dalla Grande Moschea di Parigi. Aveva infatti deciso di curarsi a casa ma evidentemente non è bastato, anche perché ai farmaci a base di cortisone non si è sommato il necessario riposo. Ora la decisione del ricovero in ospedale alla quale, secondo quanto si apprende, il Papa avrebbe comunque cercato fino all’ultimo di fare resistenza. “Mi sento meglio” ripeteva nelle ultime ore (riferiscono fonti che lo hanno incontrato), fino a quando ha concordato con i medici di fare approfondimenti e cure in ospedale.
Qualche giorno fa, aveva interrotto l’udienza: “Non posso leggere. Spero la prossima volta…”
Lo scorso 12 febbraio, nel corso dell’udienza generale, il Pontefice aveva ceduto il testo da leggere ad un collaboratore. Poi, a braccio aveva invitato a pregare: “Fare di tutto per la pace, non siamo nati per uccidere”.