Un gol e due assist, questo il bottino di Romelu Lukaku contro l’Empoli. Cifre che mandano in “doppia doppia” il belga, così da farlo salire a quota 12 tra i cannonieri stagionali della Serie A, cui va aggiunto il primato nella classifica dei passaggi vincenti: ben 10. Se Big Rom fosse un cestista, insomma, le sue sarebbero statistiche da giocatore dominante. Numeri che indubbiamente confermano quanto sia prezioso per il Napoli, non soltanto in fase di finalizzazione, ma anche come preziosa pedina funzionale a sviluppare la manovra offensiva della squadra partenopea, usato nel traffico, come riferimento spalle alla porta. Allora, pur mantenendo un istinto naturale da “nove” classico, talvolta sceglie volutamente di defilarsi, svuotando lo spazio centrale, favorendo i compagni che gli gravitano attorno, reattivi nello sfruttarne poi il lavoro nelle sponde.
Ci sono un paio di fotogrammi che forse meglio di altri aiutano a comprendere la centralità del suo attaccante nel calcio implementato da Conte all’ombra del Vesuvio. In occasione del vantaggio di McTominay gli azzurri recapitano subito il pallone a Lukaku. Il numero 11 riceve la verticalizzazione, facendo valere fisicità e presa di posizione. Per cui, nonostante abbia addosso il marcatore, riesce a rimanere freddo e nascondergli la sfera. Quindi, con la sensibilità tipica di chi tiene piedi assai educati, ricicla il possesso, trovando una traccia pulita per l’inserimento dello scozzese. Più tardi, la qualità nelle letture gli consente di trovare una soluzione alternativa al tiro nell’azione del 3-0. Il giropalla del Napoli abbassa inesorabilmente la difesa dei toscani, che collassa dentro l’area di rigore. Perciò Lukaku, piuttosto di farsi risucchiare, si smarca fuori linea. Ergo, opta per una soluzione diversa al mettersi in proprio, e confeziona una traiettoria dolcissima, stimolando nuovamente l’ex Manchester United alla conclusione, questa volta con la girata di testa.
In realtà, il contributo di Lukaku è sempre notevole, perché se la squadra non riesce ad amministrare a suo piacimento il ritmo, magari a causa della intensità espressa dai rivali in situazione di pressing e riaggressione, i compagni lo cercano direttamente con il lancio lungo. A quel punto, non avendo il Napoli esterni che tagliano, il compito principale non si concretizza nella spizzata, in grado di allungare ulteriormente la traiettoria. Bensì, genera seconde palle per chi arriva a rimorchio da dietro. Sostanzialmente, la forza bruta nel trattare l’attrezzo negli ultimi sedici metri gli permette di piantarsi per terra, impedendo l’intercetto all’avversario. Oltretutto, vi associa una grande capacità di partecipare attivamente alla costruzione del gioco, convertendo in vantaggio le giocate in profondità. Caratteristiche che ne certificano l’indole da centravanti moderno, e suggeriscono di affidarsi a lui in questo finale di stagione, dove la corsa scudetto resta ancora apertissima.
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