Ci sono storie di sport che si imprimono nei cuori della gente, perché trascendono la fredda cronaca oppure il mero conteggio statistico di medaglie e trofei. E diventano motivo di orgoglio per una intera comunità. Nicola Capasso dalle parti di Casal di Principe e San Cipriano d’Aversa è una sorta di leggenda. Non solo per quello che fa sul tatami. In effetti, la Polisportiva Capasso – G.S. Ass. Nazionale Carabinieri racconta le vicende di un Maestro di karate dalla grande finezza tecnica (e di un uomo generoso…), che ha lottato strenuamente per esistere. E ridare dignità ad una zona spesso finita in prima pagina per motivi nient’affatto piacevoli. E perciò foriera di pregiudizi o luoghi comuni. Due mondi divisi da ideologie sostanzialmente agli antipodi: da una parte l’illegalità; dall’altra, la mistica delle arti marziali ed il fascino dell’agonismo. Perciò il suo lavoro rappresenta un momento di rottura, nonché di profonda riflessione. Fino a diventare un simbolo universale di dialogo e riscatto, soprattutto per le nuove generazioni, alla continua ricerca di spazi dove esprimersi liberamente, senza alcuna restrizione di sorta.
Questo offre Capasso attraverso il karate, nella doppia pratica del kata (forme) e del kumite: una via di fuga dalle difficoltà quotidiane. Ragazzini da avviare alla pratica sportiva ed ai principi della motricità, agonisti ferocemente determinati a scalare il ranking nazionale o internazionale WKF. Ma anche semplici amatori, interessati a riscoprire la pratica marziale e la filosofia ad esso connessa. Tutti accomunati dalla medesima voglia di trasformare ostacoli in opportunità, vivendo gare e allenamenti come uno strumento per realizzare ciascuno i propri sogni, piccoli e grandi. Senza trascurare le persone con handicap; altro che “diversamente abili”: alla Polisportiva Capasso nessuno resta indietro. Anzi, le eventuali difficoltà di apprendimento vengono trasformate in occasioni per integrare, creando relazioni e non emarginazione.
Per questi motivi, il Consiglio di Settore karate della FIJLKAM, l’ha nominato Collaboratore Tecnico della Commissione attività giovanile Under14, specialità kumite (combattimento a contatto controllato), per il biennio 2025/26. Un riconoscimento importante conferito dalla Federazione a chi ha fatto germogliare in tantissimi ragazzini e ragazzine una passione in grado di accompagnarli poi per un lungo tratto della loro vita. Un seme piantato quando Nicola era poco più che un bambino, grazie al papà Ubaldo, suo primo Maestro e mentore. Un pegno di riconoscenza immediatamente ricordato con parole colme di emozione: “A rendere questo momento ancora più speciale è il fatto che l’incarico sia arrivato proprio alla vigilia di un giorno per me molto significativo: l’anniversario della scomparsa di mio padre. Una presenza fondamentale nella mia vita; un punto di riferimento. Mi ha guidato nel percorso che ho scelto di intraprendere. Il karate non è solo uno sport per me, ma un’eredità preziosa, un legame profondo che mi tiene vicino a lui ogni giorno. So quanto avrebbe gioito per questo traguardo. È la dimostrazione che i valori che mi ha trasmesso continuano a vivere in ogni passo che compio, in ogni insegnamento che condivido, in ogni sfida che affronto“.
Insomma, alcune storie – come quella di Nicola Capasso e della sua polisportiva – contengono molteplici aspetti. Ergo, non appartengono soltanto a chi indossa il karategi. Ma parlando di successo e riscatto, sono trasversali, e vanno conosciute da tutti.
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