Di Giulia Di Lorenzo 

 

La Costiera Sorrentina tra i suoi luoghi del cuore sin dai tempi d’oro in cui villeggiava al Faito nei mitici anni cinquanta.  Se ne è andato la settimana scorsa Goffredo Sciaudone, professore emerito dell’Università della Campania Luigi Vanvitelli, medico legale di fama nazionale, già Presidente della Società Nazionale di Scienze Lettere e Arti in Napoli, dell’Accademia medico-chirurgica, del Comitato regionale di Bioetica e della LUIMO, Accademico Tiberino.

 

Buona parte dei Medici legali e dei Medici del lavoro oggi attivi in Campania si sono specializzati alla sua Scuola e lo reputano un Maestro, mentre moltissimi Medici Specialisti in altre branche, ricordano le sue lezioni punteggiate di umanità e di tanti riferimenti alla vita professionale e alla quotidianità o di aver sostenuto con lui gli esami di Medicina legale o Tossicologia forense in un clima di serenità e accoglienza. Personalità poliedrica e carismatica, amato dagli allievi e stimato dai colleghi, oltre che da avvocati e magistrati con cui ancora si interfacciava nell’esercizio della libera professione in una fervida attività di Consulente e Perito che mai aveva dismesso. Uomo di relazioni, capace di mediare e costruire sinergie pure con esperti di molteplici altri settori disciplinari, aveva mosso i primi passi da giovane medico anche lavorando in penisola sorrentina; affermato professionista si era speso per l’organizzazione a Vico Equense e in costiera di Convegni e manifestazioni sui temi delle tossicodipendenze, dell’Aids, della Tossicologia forense, del Termalismo oltre ad aver organizzato e diretto proprio a Sorrento una edizione del Congresso nazionale della Società Italiana di Medicina Legale.

 

A far data dalla sua trasformazione, oltre cinquanta anni fa, trascorreva tutte le estati al Castello Giusso a Vico Equense. Della costiera amava tutto: i paesaggi mozzafiato, il mare a perdita d’occhio e lo spettacolo del golfo, gli ineguagliabili tramonti, le uscite in gozzo, le tradizioni radicate sul territorio, i riti sacri -in particolare quelli della settimana santa- i prodotti locali e l’ottimo cibo, il calore delle persone. Ha sempre considerato il Castello Giusso come un patrimonio comune e si è speso nell’organizzazione di convegni e manifestazioni culturali su tematiche storiche, giuridiche, sociali, oltre che mediche, che ne valorizzassero la conoscenza e lo aprissero alla fruizione di tutti.

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