Dieci febbraio, Giorno del Ricordo. Una commemorazione ufficiale, riconosciuta dallo Stato, ma che ancora fatica a entrare pienamente nel percorso educativo degli studenti. Se altre pagine drammatiche della storia sono ormai parte consolidata della coscienza collettiva, quella delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata sembra rimanere sullo sfondo, menzionata nei libri di testo ma raramente approfondita. Secondo le testimonianze raccolte dall’AGI tra gli insegnanti di alcune scuole della Campania, la ricorrenza del 10 febbraio viene affrontata in modo sporadico, spesso grazie alla sensibilita’ individuale dei docenti piuttosto che a una reale integrazione nei programmi scolastici. “Quando affrontiamo le grandi tragedie della storia, cerchiamo sempre di fornire ai ragazzi un quadro completo e approfondito – racconta una docente di una scuola media di Napoli – ma il tema delle foibe nei manuali scolastici e’ trattato in maniera sintetica, quasi sfuggente. E’ difficile trasmettere consapevolezza storica quando il materiale a disposizione e’ cosi’ limitato”. Una mancanza che, secondo molti docenti, incide sulla memoria storica. Un’insegnante di Portici sottolinea come la Giornata del Ricordo sia spesso lasciata all’iniziativa personale dei singoli professori: “Ci sono eventi storici che trovano spazio in numerose iniziative, nei libri di testo, nei documentari e nei materiali didattici. Per il Giorno del Ricordo, invece, tutto sembra piu’ frammentario. Non ci sono molte sollecitazioni, ne’ un percorso strutturato. Se un insegnante non ha una conoscenza personale della vicenda, difficilmente trovera’ il supporto necessario per affrontarla in classe”. Eppure, nonostante le difficolta’, alcuni docenti si impegnano a colmare questa lacuna. Un’insegnante dell’istituto I comprensivo di Monte di Procida racconta di aver dedicato una lezione alla ricorrenza, pur non essendo ancora arrivata all’argomento nel programma: “Ho invitato i ragazzi a vedere documentari e a riflettere su questa tragedia. La storia non e’ fatta solo di date e battaglie, ma di vicende umane che hanno segnato intere generazioni. Devono capire che il dolore non ha confini geografici o ideologici, e che ogni memoria merita attenzione. Occorre sensibilizzare i ragazzi, la violenza delle guerre e’ sotto i loro occhi ogni giorno”. Secondo gli insegnanti ascoltati, il Giorno del Ricordo resta un tassello ancora fragile della coscienza storica collettiva. “Non basta una data sul calendario se nei libri di scuola l’argomento rimane confinato a poche righe. Senza una vera integrazione nel percorso educativo – conclude una docente di storia – questa memoria rischia di restare sfocata, sospesa tra il dovere istituzionale e la reale consapevolezza storica delle nuove generazioni”.

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