Mentre proseguono le indagini sul tragico incidente della funivia del Faito, emergono i primi sviluppi sul fronte delle vittime. È terminata presso l’obitorio del cimitero di Castellammare di Stabia l’autopsia su Janan Suliman, la 25enne israelo-palestinese coinvolta nel disastro insieme al fratello Thabet, ancora ricoverato in condizioni gravissime all’Ospedale del Mare. La salma della giovane, prima delle quattro vittime ad essere sottoposta a esame medico-legale, è stata restituita alla famiglia dopo il nullaosta della Procura di Torre Annunziata, coordinata dal procuratore Nunzio Fragliasso. Il trasferimento del corpo verso Israele, dove sarà celebrato il rito islamico secondo tradizione – comprensivo del lavaggio e dell’avvolgimento in un panno di lino profumato – è stato possibile grazie alla Regione Campania, che si è fatta carico delle spese. I familiari, accompagnati dall’avvocato Hilarry Sedu, hanno incontrato il presidente Vincenzo De Luca, ringraziando per la sensibilità e il sostegno mostrati in un momento così drammatico. La salma è attualmente in viaggio verso Roma, da dove proseguirà alla volta di Tel Aviv.
Nel frattempo, è stato effettuato anche l’esame autoptico su Carmine Parlato, 59 anni, operatore di cabina dell’Eav e dipendente esperto, rimasto ucciso nel crollo avvenuto il 17 aprile. La salma è stata consegnata ai familiari, rappresentati dagli avvocati Michele Sanseverino e Carlo Sarro, e si trova ora in una casa funeraria. I funerali potrebbero tenersi sabato nella cattedrale di Castellammare di Stabia, in attesa della conferma da parte del vescovo della diocesi di Sorrento-Castellammare.
Le prossime autopsie riguarderanno le altre due vittime: i coniugi britannici Elaine Margaret e Derek Winn, rispettivamente di 58 e 65 anni. Le indagini intanto proseguono serrate. Il fascicolo aperto ipotizza il disastro colposo e omicidio plurimo colposo, con quattro persone indagate – tra dirigenti e funzionari dell’Eav – e un’attenzione puntata sul possibile punto di rottura o sgancio del cavo di trazione.
Il consulente tecnico della Procura, insieme ai periti di parte, analizzerà lo stato dell’impianto, lasciato volutamente inalterato dopo i sopralluoghi iniziali. Tra gli elementi chiave da chiarire: il funzionamento del freno d’emergenza e la dinamica esatta della caduta. Alcune testimonianze parlano di una cabina che sarebbe tornata indietro a forte velocità, ondeggiando vistosamente prima di precipitare, forse a seguito di un impatto con uno dei piloni. Una ricostruzione supportata, almeno parzialmente, da uno dei video acquisiti durante le indagini. Sono previsti anche accertamenti tecnici sui cellulari sequestrati ai dipendenti dell’Eav, al momento non indagati.