L’Aula della Camera ha ospitato la discussione generale sulla mozione di sfiducia presentata dal Movimento Cinque Stelle e sottoscritta da Partito Democratico e Alleanza Verdi e Sinistra nei confronti del ministro del Turismo, Daniela Santanché. In Aula erano presenti circa una decina di deputati di Fratelli d’Italia, tra cui il vicecapogruppo Alfredo Antoniozzi e il questore della Camera Paolo Trancassini. L’assenza di deputati della Lega e di Forza Italia è stata evidenziata dai parlamentari dell’opposizione, che hanno sottolineato come tale circostanza indichi una possibile divisione all’interno della maggioranza. “Qui a sostenerla in Aula, signora ministra, sono presenti solo pochi martiri di FdI”, ha ironizzato Federico Gianassi del PD.
Presenti in Aula anche la segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, e il presidente del Movimento Cinque Stelle, Giuseppe Conte. Tra le voci critiche, quella del capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra nella commissione Affari costituzionali della Camera, Filiberto Zaratti, che ha dichiarato: “Le dimissioni di un ministro come Santanché, accusata di truffa ai danni dello Stato, sono una necessità, perché la dignità di un Paese coincide con la dignità di un ministro”.
Vittoria Baldino (M5S) ha definito la ministra “un conflitto di interessi che cammina” e ha ribadito che la richiesta di dimissioni è motivata dalla necessità di tutelare le istituzioni: “La sua è una resistenza a tutela della sua poltrona, la nostra è a tutela delle istituzioni”.
Di diverso avviso il leader della Lega, Matteo Salvini, che ha dichiarato: “Uno è innocente fino a quando non è condannato in tre gradi di giudizio. Non vedo perché uno si debba dimettere per un avviso di garanzia o per un rinvio a giudizio”. Sulla stessa linea il viceministro della Giustizia, Francesco Paolo Sisto, che ha affermato: “Siamo garantisti con tutti. Tutte le altre decisioni sono affidate alla sensibilità dei singoli; sarà Santanché a decidere se la situazione che si è creata legittimi o meno un passo indietro”.