“Il ritiro della proposta dell’Emilia-Romagna sull’autonomia differenziata, che abbiamo annunciato in campagna elettorale ed era oggetto del programma, richiama a un ripensamento più profondo che è anche autocritico. Per quanto mi riguarda autonomie differenziate legislative non ne azionerò, dobbiamo invece farne una amministrativa, che deve vedere come protagonisti assoluti Comuni e province che sono i veri enti di prossimità.

Sull’autonomia differenziata “io penso che la presidente Meloni la pensi esattamente come la pensava nel 2014. Penso anche che con correttezza e senso politico abbia preso un impegno con le forze della sua coalizione e abbia avuto sincera intenzione di rispettare l’impegno che aveva preso”. Lo ha detto il presidente dell’Emilia-Romagna, Michele de Pascale, intervenendo nella seduta dell’Assemblea legislativa chiamata a votare una mozione sull’autonomia. “La cultura storica della destra di questo Paese ha votato contro l’istituzione della 116. Il Msi ha votato contro l’istituzione stessa delle Regioni. Con i poteri non del Titolo V, ma degli anni ’70, che erano marginali”, ha detto de Pascale.

Che ha proseguito: “Chi chiede più autonomia “rimarrà totalmente fregato, perché non avrà nessun tipo di nuova autonomia”, a partire da “Veneto e Lombardia”, che “non otterranno nulla da questa strada, saranno portate a passeggio dal governo”.

“La parola che più mi offende come cittadino italiano è la parola differenziata”, ha detto de Pascale, che definisce “inaccettabile” l’idea “che qualcuno giudichi Regione per Regione sulla base delle sue valutazioni politiche, di capacità di chi l’amministra, se quel museo deve essere gestito dalla Regione o dallo Stato”.

De Pascale ha poi concluso: “Penso sia stata in parte un’occasione persa”. Lo ha detto il presidente dell’Emilia-Romagna Michele de Pascale, a seguito dell’approvazione della risoluzione con cui la Regione rinuncia al progetto di autonomia differenziata. “Io mi ero fatto carico di avanzare un’altra proposta”, cioè di portare la discussione “su un altro terreno che è quello della riforma del Titolo quinto”.

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