E’ passata ormai una settimana dalla sfuriata post gara del tecnico azzurro, ma le polemiche non si sono ancora placate.

Le parole di Antonio Conte sembrano aver generato una tempesta  perfetta, come l’omonimo film del 2000 diretto da Wolfgang Petersen.

In tanti, forse troppi ne stanno parlando, ma purtroppo non sono riusciti a cogliere nel segno. Una levata di scudi pazzesca, una miriade di gnè gnè gnè che continuano a postare a cinguettare a parlare di Politano ad Empoli (ormai divenuto un Mertens a Crotone 2.0) ma solo uno ha capito lo sfogo di Conte post Inter, ed è Beppe Marotta.

E si proprio Marotta, il presidente dell’Inter, colui che l’anno scorso dopo il disastri di Massa in Napoli-Inter ebbe a dire con inquietante supponenza: “Massa ha arbitrato bene”. Lui ha capito ed ha, forse, una discreta paura. E’ inutile girarci intorno, Antonio Conte è uomo di “sistema” è uno che ha allenato e vinto con Juventus ed Inter (guarda caso lavorando con Marotta in entrambe i casi) è uno che sa che certe decisioni prese nei momenti giusti possono indirizzare una stagione. E’ uno che conosce la grandissima capacità di Marotta nel destreggiarsi nelle sedi che contano.

Lo sfogo premeditato?

La settimana prima di Inter-Napoli, la squadra nerazzurra è stata salvata da una decisione della sala Var (contro il Venezia) che ancora oggi si fa fatica ad avere l’assoluta certezza del tocco di mano dell’offendente lagunare. In Inter-Napoli, non solo l’episodio del rigore-ben più leggero non concesso nella stessa stagione al Napoli per il contatto Acerbi-Osimhen- ma la gestione della gara del signor Mariani hanno di fatto acceso la spia rossa “ATTENZIONE” nella testa del tecnico azzurro.

Ed allora, lo sfogo di Conte è un “Cca nisciun è fess” in salsa moderna è un: “Non ci provate che vi conosco bene”.

Queste dichiarazioni hanno colpito nel segno, chi doveva capire ha capito ed ha cercato di rispondere ma fallendo miseramente. Che poi, volendo entrare nello specifico, bisogna ammettere che conte ha ragione da vendere.

Il protocollo Var è come direbbe la buonanima di Paolo Villaggio: “Una cacata pazzesca”.  La tecnologia se c’è, deve essere usata, non si può limitarne l’utilizzo altrimenti può risultare molto francamente una gigantesca presa per i fondelli.

La battaglia è iniziata, la tempesta è in corso ed a capo del vascello Napoli c’è un capitano che sa come salvare nave ed equipaggio. buona battaglia Antonio.

Di Walter Vitale

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