di Silvana Ciaburro

Sarà stato perché lo spettacolo va in scena solo 5 giorni, sarà stata la presenza sul palco di Rocco Papaleo. Sta di fatto che ieri sera al Bellini per la prima de “L’ispettore generale” c’era un’atmosfera di grande attesa. Attesa che, diciamolo subito, non è andata delusa. La commedia di Nikolaj Gogol ha superato le previsioni. Una commedia che seppur ormai datata, essendo stata scritta quasi 2 secoli fa, ha dimostrato ancora una volta la sua attualità. Attualità non certo per i contenuti, ed i tempi, ma per la sua critica sarcastica alla burocrazia. La commedia fa riferimento all’epoca zarista, ma cambiando i personaggi potrebbe tranquillamente essere attuale, in Italia.

E dire che c’era qualcuno arrivato in teatro piuttosto prevenuto, conoscendo la “pesantezza” del teatro russo.

Nulla di tutto questo. Si è trattato di una commedia comica, terribilmente attuale nei suoi contenuti. Una storia certo datata, ma che con qualche piccolo cambiamento potrebbe tranquillamente passare per un lavoro contemporaneo.

Su tutti, ma c’erano pochi dubbi al riguardo, il “podestà” Rocco Papaleo. Vederlo dal vivo è stata una grande emozione. La cosa più evidente, anche  se probabilmente a più di uno spettatore sarà sfuggita, era il suo tono di voce, senza sbavature, a prescindere dalla lunghezza della battuta che andava a recitare. Tanti anni di lavoro, ma anche doti naturali alla base di tutto ciò.

Una commedia che dall’inizio alla fine si è lasciata guardare, nonostante la storia fosse in se scontata. Diciamo che a distrarsi qualche minuto non si sarebbe perso il filo della trama. Ma nessuno si è mai distratto.

Che dire alla fine? Una sola cosa: se ci sono ancora biglietti andate a vedere lo spettacolo, ne vale la pena.

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