(DIRE) Napoli, 11 mar. – Tra le 70 persone destinatarie di misure cautelari (19 in carcere e 51 arresti domiciliari), tutte gravemente indiziate dei reati di associazione per delinquere finalizzata al falso ideologico e materiale, corruzione, e truffa aggravata in danno del Servizio sanitario nazionale, figurano medici dipendenti dell’Asl Napoli 1 centro, titolari di imprese funebri e impiegati del Comune di Napoli. Le indagini hanno consentito di accertare la sussistenza “di un vincolo di natura associativa tra i vari indagati stabile e duraturo nel tempo”. L’organizzazione criminale diretta ed organizzata da dirigenti medici mediante un preciso modus operandi e con compiti ed attività ben collaudate ha creato una vera e propria rete, composta da referenti di varie imprese funebri operanti sul territorio cittadino; procacciatori gravitanti nel mondo dell’invalidità civile, appartenenti a patronati, CAF, agenzie private; dipendenti pubblici, in particolare soggetti in servizio presso l’Ufficio Cimiteriale e l’ufficio Anagrafe del Comune di Napoli. A fronte del pagamento di una somma di denaro, stabilita in base ad uno specifico tariffario, venivano emessi certificati necroscopici nei quali viene attestato falsamente che il medico legale ha constatato il decesso presso il domicilio del defunto, mentre in realtà l’intera documentazione viene redatta, sottoscritta e consegnata agli impresari funebri dal medico legale, direttamente negli uffici del D.S. 24 di Napoli via Chiatamone 33, previo il pagamento di una somma in denaro, stabilita in base alla tipologia di certificazione da redigere. Tale illecita procedura consente agli impresari funebri di avviare celermente tutte le procedure funerarie, comprese le cremazioni, senza eseguire il previsto prelievo del dna, senza l’autorizzazione scritta dei congiunti del defunto, talvolta senza rispettare le competenze giurisdizionali del D.S. 24. E certificazioni mediche attestanti false patologie, che consentono ai singoli cittadini di ottenere indebitamente il beneficio del contrassegno per il parcheggio dei veicoli destinati al trasporto di invalidi. Le attività investigative hanno consentito, infatti, di acquisire gravi indizi in merito alle condotte degli imprenditori operanti nel settore delle pompe funebri i quali, a seguito del versamento di somme di denaro a titolo di tangente, denaro che poi successivamente viene addebitato al privato sotto forma di costo del servizio funerario fornito, ottengano per i propri clienti il rilascio da parte dei medici legali del Distretto Sanitario 24 del certificato necroscopico senza che venga effettuata la visita domiciliare. Soprattutto dall’attività di intercettazione ambientaleeffettuata all’interno degli Uffici del Distretto Sanitario 24 è emerso, infatti, che il funzionario medico provvede alla redazione della certificazione necroscopica direttamente nel suo ufficio, dove si recano i referenti delle diverse pompe funebri con tutta la documentazione necessaria, referenti nelle cui mani vengono poi consegnate le certificazioni false dopo essere state sottoscritte dal medico. Gli accertamenti compiuti dai Nas di Napoli hanno fatto emergere gravi indizi anche in relazione alle condotte dei dipendenti comunali i quali svolgerebbero un ruolo cruciale all’interno dell’organizzazione criminale in quanto, previo il pagamento di una somma in denaro o la ricezione di altri benefici, violando in modo sistematico le normative vigenti, procederebbero al rilascio irregolare di autorizzazioni;
ometterebbero ogni forma di controllo; si renderebbero responsabili di divulgazione di informazioni riservate, in particolare spessissimo hanno informato gli impresari funebri in merito all’esistenza di indagini a loro carico; porrebbero in essere numerosi accorgimenti tesi ad inquinare le prove e a consentire la reiterazione dei reati; in particolare in più occasioni, hanno adottato condotte volte ad inquinare le prove ed a reiterare i comportamenti illeciti attraverso la falsificazione dei documenti relativi alle dichiarazioni fornite dai congiunti dei defunti sulle autorizzazioni alla cremazione. Gravi indizi sono ancora emersi a carico di diversi soggetti che attraverso false certificazioni emesse da uno dei medici indagati avrebbero ottenuto dal comune di Napoli l’emissione di contrassegni per parcheggio disabili a favore di persone prive di problemi di deambulazione. Ai cinque medici indagati è stato altresì contestato il reato di truffa aggravata in quanto gli stessi si sarebbero assentati ingiustificatamente dal posto di lavoro, attestando falsamente la propria presenza in servizio.

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