“Giorgia Meloni è passata alla fase due del vittimismo, verso il modello Trump. Farsi nemici fantoccio, scagliargli contro smaccate bugie e rivolgere l’occhio torvo alla telecamera”. Lo spiega l’ex segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, commentando il video con cui la premier ha dato notizia dell’atto comunicato dalla Procura di Roma sulla vicenda Almasri. “Abbiamo avuto negli anni una fila di ministri che hanno avuto pratiche al Tribunale dei ministri. E non hanno fatto una scenata del genere”, prosegue l’ex ministro. Meloni insiste che l’atto della Procura non è dovuto ma voluto. “C’è una strategia: accendere fuochi, riuscendo in quel video di due minuti a mettere 4 o 5 falsità sostanziali, per non pagare dazio su quello che è successo – spiega ancora -. Ora io capisco i rapporti con la Libia, ma deve esserci un limite”. Questa secondo Bersani “era un’occasione storica per dire alla Libia: noi vogliamo fare accordi, però non a qualunque prezzo. E invece l’abbiamo presa a rovescio. Se io accetto di rimandare i migranti in braccio a un criminale, sono un criminale anch’io”. Nella vicenda è stato tirato in mezzo anche Prodi come ‘molto vicino’ all’avvocato Li Gotti. “Mi immagino lo stupore costernato di Romano: credo non abbia mai scambiato una parola in vita sua con Li Gotti… – precisa -. Ma ormai è un emblema, da lì a diventare nemico fantoccio vien da sé”. A proposito di politici indagati, c’è il caso della ministra Santanchè, che dice di non volersi dimettere. “Qui siamo alla serie del Marchese del Grillo. Lei decide da sé, in piena autonomia, come applicare il principio di disciplina e onore con cui si ricopre una carica pubblica, dopo aver chiesto dimissioni a valanga per altri – conclude -. Ma questa è la punta dell’iceberg di una cosa più profonda di questo governo. Comandiamo noi e i criteri li facciamo noi. E voi state zitti”.

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