(DIRE) Venezia, 29 mar. – Dice che a presentarsi in Veneto a parlare di autonomia gli sembra di essere “un venditore di ghiaccioli al polo nord”. Ma forse non c’è posto migliore del Veneto per ribadire la volontà della Lega di andare fino in fondo “perchè non è giusto dire che tutte le regioni sono efficienti: alcune sì, altre no”, segnala Roberto Calderoli, ministro delle Autonomie e degli Affari regionali, oggi all’evento della Lega a Padova dove porta dati della Ragioneria dello Stato. Dati che dicono che in Veneto le spese per personale, beni e servizi costano 300 milioni di euro mentre in Campania, “che ha il 10% della popolazione in più, un miliardo e 690 milioni”. Oppure che le spese per riscaldamento e illuminazione a ogni veneto costano 0,6 euro che diventano 14,6 per un campano, “ma del resto è comprensibilissimo per il cambiamento climatico: sono noti i ghiacciai sui Faraglioni con gli orsi polari, le quattro ore di luce in Campania contro le 20 in Veneto che gode di un clima equatoriale e non ha necessità di tenere acceso il riscaldamento”. Ricorre volutamente alla provocazione Calderoli per dire che non ci devono essere Regioni che si sobbarcano costi altrui. E Matteo Salvini poco dopo rincara: “Il nemico dell’autonomia non è il cittadino nè a Padova nè a Caserta. Se la qualità dei servizi offerti è diversa, gli unici avversari dell’autonomia sono la classe politica e burocratica che al sud ruba i voti da 50 anni e si porta a casa i soldi senza fare quello che con quei soldi avrebbe dovuto fare”, ma anche a Roma quella stessa classe politica è “particolarmente ben rappresentata, ma non ci fanno paura”. Per il leader della Lega e vicepremier, il 2025 è “l’anno dell’autonomia perchè se lo meritano i veneti e 60 milioni di italiani che dall’autonomia hanno solo da guadagnarci”. Calderoli avvisa però che la battaglia non sarà solo da combattere in Parlamento: perchè la sentenza della Corte costituzionale sottrae all’autonomia alcune materie perchè afferiscono alla normativa europea. Quindi occorre anche “tanta battaglia in Europa sennò finiamo per fare come i polli di Renzo che litigavano tra di loro prima che li buttassero in padella. Rischiamo di litigare in casa nostra e di finire in padella”. Ma resta il dovere “di denunciare l’inefficienza dovuta al centralismo” che porta il paese in fondo alle classifiche europee e internazionali: per cui, esemplifica Calderoli, nelle graduatorie l’Italia arranca per giustizia e scuola (competenza dello Stato), mentre in sanità (affidata alle Regioni) “siamo nella top ten”. Perchè se c’è un debito da 3.000 miliardi (e Calderoli ricorda che solo con l’attuale Governo è sceso sotto questa cifra) il debito lo fa lo Stato. “Ci sono numeri per dimostrare necessità e obbligatorietà e ineludibilità del viaggio verso l’autonomia”. Come i 100 euro spesi nel 2009 dallo Stato diventati 163 euro nel 2022 “alla faccia del contenimento della spesa pubblica”; i 100 del Comune diventati 106, i 100 della regione 86, -16%, e intanto alle Regioni sono passate anche funzioni delle Province. “Chi è efficiente? La risposta è chiara”. E se debito si deve fare in Europa, continua Calderoli, lo si faccia non per per le armi ma sulla sanità per assumere operatori che mancano a causa della errata programmazione dello Stato. “Facciamole fare alle Regioni le cose che facciamo male”, insiste.

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