Di Angelo Tortora 

 

Angelo Maurizio Tortora intervista Pino Porzio,ex pallanuotista e allenatore di pallanuoto italiano, attuale tecnico del Posillipo(Serie A1 maschile).

Pino Porzio ad Angelo Maurizio Tortora racconta dalla debacle del Posillipo in campionato fino al ripercorrere la sua immensa storia tra atleta e coach tra Posillipo,Pro Recco e Nazionale Italiana:

1-Sconfitta del Posillipo con la Roma Vis Nova per 14-11,analizziamo questa debacle e le ambizioni di questa annata del club rossoverde?

“Siamo partiti male,soprattutto nel primo tempo che abbiamo subito un 1-3 di parziale ,poi negli altri tre periodi di gioco abbiamo reagito e recuperato sino ad arrivare agli ultimi 8 minuti in una situazione di superiorita’ numerica che ci poteva concedere di rientrare nel match ed eravamo sul 13-11. Abbiamo sbagliato a non essere riusciti ad andare a -1 per giocarcela fino alla fine,loro sono una ottimo team,hanno fatto bene sin ora e non a caso sono posizionati dietro le grandi. Purtroppo noi abbiamo steccato alcune sfide interne che avevamo quasi vinto ma alla fine ci siamo fatti raggiungere sul pareggio,sono dei ragazzi in crescita,ci sono tanti giovani di belle speranze e il nostro obiettivo è arrivare quanto più in alto in questa stagione ma soprattutto di maturare non solo dal punto si vista tecnico ma anche di mentalità”.

2-Rivedremo mai più un club come il Posillipo titolato in Italia ed Europa che ha 11 Scudetti,3Champions e 2 Coppe delle Coppe su tutte competere di nuovo per vincere con la Real Madrid della Pallanuoto e cioè la Pro Recco?

“I tempi sono cambiati,sicuramente la volontà di ritornare al vertice c’è con la nuova dirigenza. Quest’anno abbiamo rinforzato la rosa anche se c’è stato un problema di natura amministrativa,di tesseramento. I nostri due migliori acquisti al momento non stanno giocando ed è un handicap per noi,è difficile ,non bisogna rincorrere il passato,la concorrenza è tanta e non solo in Italia con la Pro Recco,Brescia ma anche a livello internazionale e quindi non sarà facile ,pero’ bisogna lavorare per recuperare il terreno perduto. Nella pallanuoto come in tutti gli altri sport se non hai le risorse economiche per costruire la squadra ma anche per tenere i più forti poi diventa complicato ma la voglia c’è visto anche il prestigio e la storia del Club”.

3-Per 16 anni, dal 1982 al 1998, ha giocato in massima serie con il Posillipo, squadra alla quale ha legato tutta la sua carriera in coppia con il fratello Franco: con la calottina della squadra campana ha conquistato praticamente tutto: nella sua bacheca figurano infatti otto scudetti, una Coppa Italia, due Coppe dei Campioni e una Coppe delle Coppe. Quale è stata la vittoria più bella di queste citate?

“Direi il primo Scudetto 1984/85 nel derby nella finale con la Canottieri Napoli perché per lo appunto fu’ il primo,ero giovanissimo,era una squadra il Posillipo che sino ad allora non aveva mai vinto in Italia un titolo. Un sapore speciale ,al meglio delle tre sfide,la terza con una piscina Scandone gremita dove concludemmo la serie 3-2 per noi. Poi ci metto la prima Coppa dei Campioni del 1997 a Napoli contro il Mladost che erano i campioni uscenti e termino’ 10-7 per noi,era un traguardo che stavamo inseguendo da anni e vincere quel trofeo col Posillipo a Napoli e una piscina stracolma rimane uno dei ricordi più belli della mia carriera di atleta”.

4-Si affermò anche come allenatore vincendo lo Scudetto col Posillipo e la Coppa dei Campioni 2004-05 ,per poi passare alla Pro Recco dove vinse 7 Scudetti di fila ,4 Coppe dei Campioni,6 Coppe Italia,una Supercoppa Len e una Lega Adriatica,poi torno’ al posto di Tempestini in sella conquistando di nuovo il Campionato e la Coppa Italia:che pressioni ci sono allenare un club come la Pro Recco che assieme al Posillipo sono le regine d’Italia?

“Il Posillipo nei primi anni era un ambiente che conoscevo anche se allenare è diverso da giocare perché ci sono altre pressioni e dinamiche,insomma è una gestione complicata. Il “Posi” è stata una grandissima soddisfazione perché vincere da atleta eppoi da allenatore soprattutto per me che sono un posillipino nato e cresciuto. Mentre la Pro Recco è stata una sfida ,perché trattasi di un ambiente molto esigente e di altissimo livello come lo è il Posillipo,dimostrare le proprie capacità li’ è stato uno step importante. Un ciclo bellissimo in Liguria,a prescindere che parliamo del Recco che ha tradizione,forza economica però vincere non è mai facile e gestire formazioni così ,anche se sul mercato di mettono quasi tutto a disposizione,la Pro Recco per storia è come il Real Madrid nel calcio:ma giocare con l’obbligo di vincere lo Scudetto e la Coppa dei Campioni ogni anno ti da’ una pressione non indifferente. È andata benissimo ,è stato un risultato straordinario nello sport in generale perché arrivare in cima per sette o otto anni di fila e disputare finali in tutte le competizioni non è facile e per me è stato uno dei ricordi più belli della mia carriera sportiva”.

5-Il suo palmares con l’Italia parla chiaro:Oro alle Olimpiadi,ai Mondiali fu’ Argento a Madrid 1986 e Oro a Roma 1994,in Coppa del Mondo:oro 1993!
Agli Europei:Bronzo, Argento e Oro a Sheffield nel 1993, ai Giochi del Mediterraneo:2 volte Oro.

“Quello è stato il periodo straordinario della Nazionale,abbiamo fatto un ciclo vincente tra Mondiale,Europei,Coppa del Mondo, l’Italia aveva vinto le Olimpiadi nel 1948,ci riuscimmo e il nostro era un gruppo magnifico,di fuoriclasse,che hanno fatto la storia di questo sport”.

Please follow and like us:
Pin Share
Facebook
YouTube