“Il 1° novembre prossimo inizia il 26esimo mese da quando i treni della funicolare di Chiaia sono fermi. I lavori per la revisione ventennale dovevano iniziare subito dopo l’ultima corsa, avvenuta il 30 settembre 2022, invece le porte delle stazioni rimasero sbarrate senza che, per oltre un anno, si osservassero operai al lavoro, nel mentre le gare d’appalto continuavano ad andare deserte, assestando un altro duro colpo a un trasporto pubblico che a Napoli notoriamente fa acqua da tutte le parti, come dimostrano le cronache quotidiane. Intanto, mentre si moltiplicano i lanci di foto, con la presenza di sindaco e assessore ai trasporti, di parti dell’impianto ancora in arrivo per dimostrare che i lavori procedono e cercare così di placare gli animi dei 15mila “orfani” dell’impianto a fune, giustamente esasperati, al momento, dopo i flop degli annunci di una riapertura prima in estate e poi in autunno, nessuno degli addetti ai lavori si azzarda a dare una data certa e precisa neppure per la conclusione dei lavori. Si parla genericamente di una riapertura per la fine dell’anno, che però nelle dichiarazioni appare più come una speranza che come una certezza. Forse festeggeremo con il botto dello spumante del 31 dicembre o forse sarà il regalo che troveremo nella calza della prossima Epifania, salvo nuovi imprevisti che, visti i precedenti, non sono da escludere “. A ritornare puntualmente, a ogni scadenza, sulla lunga quanto assurda telenovela, che ha già fatto il giro del mondo, è Gennaro Capodanno, ingegnere, presidente del Comitato Valori collinari, già presidente della Circoscrizione Vomero, da lustri impegnato a segnalare le vicende e purtroppo i tanti, troppi malfunzionamenti che da tempo stanno caratterizzando la vita delle quattro funicolari partenopee, fondatore sul social network Facebook del gruppo: “Napoli: gli “orfani” della funicolare di Chiaia” che conta oltre mille iscritti.
” Le ripercussioni sulla viabilità – sottolinea Capodanno -, in questo lungo periodo, si sono aggravate anche per la totale mancanza di mezzi sostitutivi che avrebbe dovuto predisporre l’ANM, cosa che però non è avvenuta. Anche la navetta su gomma NC, che collegava via Cimarosa con il parco Margherita, dopo un breve periodo di funzionamento, è stata sospesa, senza essere più riattivata nonostante le numerose proteste al riguardo. Cosicché il traffico al Vomero ogni giorno ha continuato ad andare in tilt, con strade e piazze bloccate, in particolare nelle ore di punta, all’ingresso e all’uscita delle scuole, segnatamente nel quadrilatero via Cimarosa, via Bernini, via Stanzione, via Annella di Massimo, ripercuotendosi poi lungo le arterie che si dipartono da piazza Medaglie d’Oro fino a piazza Vanvitelli “.
” Nel frattempo – puntualizza Capodanno – è andato mano a mano crescendo il disappunto per l’eccessiva durata del fermo dell’impianto a fune, per il quale solo a maggio dell’anno scorso, al quarto tentativo, fu aggiudicata la gara d’appalto per i lavori. La ragione è da ricercare nel fatto che, benché si tratti di opere importanti che riguardano la sostituzione di tutte le apparecchiature elettriche, elettromeccaniche e meccaniche della sala argano e degli impianti connessi alla trazione, appaltati per un importo complessivo di poco meno di 7 milioni di euro, la loro durata ha già abbondantemente superato i dieci mesi originariamente indicati per la loro esecuzione, dal momento che sono iniziati nei primi giorni del mese di ottobre dell’anno scorso, quindi da più di un anno e, allo stato, non risultano ancora terminati. Da considerare inoltre che, una volta completati, bisognerà effettuare un lungo quanto meticoloso pre-esercizio al fine di garantire la sicurezza dell’impianto e infine ottenere il nulla osta dell’Ansfisa per poter riaprire l’impianto al pubblico “.
“Comunque vada – conclude Capodanno – l’importante impianto a fune, che, quando era in funzione, trasportava mediamente nei giorni feriali 15mila utenti, sarà rimasto fermo ben oltre i due anni, a fronte dei sei mesi indicati nel primo bando per effettuare i lavori necessari: un tempo dunque più che quadruplicato, peraltro più o meno uguale a quello che, alla fine dell’ottocento e con le tecnologie dell’epoca, occorse per la sua costruzione ex novo. Battendo così ampiamente il primato negativo fin qui detenuto dalla funicolare Centrale che, anch’essa per i lavori di revisione ventennale, rimase chiusa al pubblico dal 1° agosto 2016 al 22 luglio 2017, dunque “solo” per quasi un anno “.

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