La tragedia della funivia del Monte Faito continua a sollevare indignazione e interrogativi. A farsi portavoce della richiesta di chiarezza è Severino Nappi, capogruppo della Lega nel Consiglio regionale della Campania, che in una nota diffonde il cordoglio del gruppo consiliare, sottolineando la gravità dell’accaduto e la necessità di risposte tempestive. “Una tragedia che doveva e poteva essere evitata”, afferma Nappi. “In una giornata convulsa, in cui le prime notizie avevano fatto sperare che non vi fossero vittime, purtroppo la realtà si è rivelata drammatica”. Il consigliere regionale invoca un intervento deciso della magistratura per accertare ogni responsabilità penale e chiede l’avvio immediato di una Commissione d’inchiesta che chiarisca le cause del guasto. Nappi evidenzia una serie di quesiti inquietanti: “Sono stati svolti, e con la dovuta perizia, i controlli sull’intero impianto della funivia prima della riapertura, avvenuta appena una settimana fa? Chi ha autorizzato il servizio nonostante le condizioni meteo proibitive che da giorni interessavano l’area stabiese?”. Un messaggio di vicinanza è rivolto infine alle famiglie delle vittime, insieme a un ringraziamento ai soccorritori impegnati nelle operazioni.
Dura anche la presa di posizione della consigliera regionale indipendente Marì Muscarà, che non risparmia accuse dirette all’EAV, l’Ente Autonomo Volturno responsabile della gestione dell’impianto. “Una vergogna che ha un nome e un cognome: EAV e i suoi vertici”, dichiara. “Dopo una simile catastrofe, in un Paese serio, le dimissioni sarebbero immediate. Il presidente Umberto De Gregorio e chi lo ha voluto alla guida dell’ente devono lasciare subito ogni incarico”. Muscarà richiama gravi contraddizioni emerse nei giorni precedenti: “Solo poche ore prima, un comunicato dell’EAV rassicurava sul salvataggio di tutti i passeggeri. E appena l’8 aprile si annunciava la sostituzione dei cavi con lavori straordinari. Cosa è successo, allora?”. La consigliera punta il dito anche contro le scelte politiche degli anni passati: “Oltre 600 milioni di euro pubblici destinati all’EAV per ripianare debiti e farne una vetrina elettorale. Ma quale sicurezza è stata realmente garantita?”.
“Il dolore non basta – conclude –. È tempo di fare nomi, pretendere verità e giustizia. Basta silenzi, basta passerelle”.