Sembra che taluni non aspettassero altro per etichettare il Napoli in crisi, dopo tre pareggi consecutivi ed il tonfo di Como. Così, il big-match con l’Inter diventa la madre di tutte le battaglie, vera resa dei conti in chiave scudetto. L’occasione propizia offerta dal calendario di riaccendere l’entusiasmo in un ambiente alquanto depresso, nonché riuscire a scavallare le difficoltà attuali con il classico coup de théâtre, ribaltando l’inerzia negativa presa dalla stagione nelle ultime settimane. Conte vuole guardare avanti di fronte a un presente magari un pò deludente. Non ha mai speculato sulle assenze. Infortuni e cessioni pesanti a gennaio sono un attenuante importante. Però è innegabile che da quando l’infermeria ha cominciato ad affollarsi, la squadra abbia smarrito la propria identità. Oggi gli azzurri appaino almeno emotivamente indeboliti, per cui veicolano in tifosi e addetti ai lavori la sgradevole sensazione di poter subire gol in qualsiasi circostanza.
La centralità di Raspadori
In questo scenario si inserisce probabilmente il cambio di sistema: l’idea del tecnico salentino rimane quella di avere una squadra molto compatta, stretta e corta tra le linee, pronta a ribaltare l’azione non appena recupera la palla. Perciò tornare al 3-5-2 non equivale a rinnegare il recente passato, bensì rappresenta una sorta di nuovo corso tattico, che teoricamente dovrebbe favorire il superamento della sterilità offensiva palesata da qualche tempo. Poco importa, dunque, che Raspadori, dato per partente a gennaio e rimasto all’ombra del Vesuvio quasi per caso, sia diventato il salvatore della patria. Impattando immediatamente sulle sorti dell’attacco.
In realtà, i partenopei stanno pagando un prezzo carissimo a causa dei numerosi errori individuali e nelle letture. Emblematico l’autogol di Rrahmani in riva al Lario. Senza dimenticare, per esempio, l’amnesia di Mazzocchi sul gol di Angeliño oppure la disattenzione confezionata in occasione del pareggio dell’Udinese da Lobotka, in coppia col terzino di Barra.
Gli scivolamenti dei laterali
Eppure, tre punti in quattro partite, non solo mettono sotto pressione, ma evidenziano anche una certa dose di insicurezza, specialmente nel difendere in maniera posizionale. Forse per questo l’allenatore intende nascondere i limiti strutturali del momento, ridisegnando il Napoli sui principi della difesa a tre, che in fase di non possesso si trasforma in un 5-4-1 in virtù delle scalate all’indietro di Politano e Spinazzola. Oltre allo scivolamento sottopalla di Jack, che permette alla squadra di non dover coprire grandi distanze. Ed al contempo, provare ad accelerare in transizione all’atto della riconquista.
In definitiva, fin qui Conte ha dimostrato di saper navigare in acque tempestose. Immutata la sua fiducia nel gruppo. A certificarlo, le parole di ieri in conferenza stampa.
“Ci riempie di orgoglio questa posizione di classifica, ma non deve metterci pressione. Dico ai miei calciatori di gustarci il momento. Ci siamo meritati di arrivare a dodici partite dal termine e giocarci questo big match…”.
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