“È improbabile che Meloni creda a quel che dice, ma certo pensa che le convenga dirlo. E qui fa un grande errore, perché tenere i toni così alti a lungo è impossibile. Consuma”. Lo ha detto l’ex premier Romano Prodi, intervistato da La Repubblica, a proposito delle accuse della premier Giorgia Meloni di una vicinanza con l’avvocato Luigi Li Gotti, autore dell’esposto sul caso Almasri. Per l’ex presidente della Commissione europea Meloni ha scelto il trumpismo: “Non c’è dubbio. Cosa c’è meglio del trumpismo per legittimare la sua storia? È la stessa ragione per cui Musk legittima l’Afd, c’è un grande movimento di legittimazione delle estreme destre: un grave colpo a una democrazia già in crisi”. E se la premier lo attacca “forse si tratta di un amore non corrisposto, un problema freudiano? Scherzi a parte, può essere che le ricordi che la sinistra sa anche vincere. Sono stato l’unico”. Secondo Prodi “è folle avercela con me che ho 86 anni e sono fuori da qualsiasi gioco politico, ma non perché mi tenga fuori Meloni. Anche gli amici del Pd mi tengono fuori. Lo fanno tutti, io per primo”. Domani saranno trent’anni dalla nascita dell’Ulivo, lanciato con un’intervista alla Gazzetta di Reggio: “Nacquero 4mila comitati in pochi giorni, c’era un desiderio diffuso di far uscire il Paese dall’impasse. L’idea intellettuale coincideva con una spinta che arrivava dal Paese. E Berlusconi si è distratto”. Oggi un’esperienza del genere sarebbe replicabile? “L’Ulivo certamente no. Quel che si può fare è cercare quattro grandi problemi sui quali trovare una visione comune: sanità, casa, scuola, lavoro”. Prodi è netto sulla proposta di Dario Franceschini di andare divisi al voto: “Se scriviamo oggi che dobbiamo andare al voto senza un’idea, anzi che dobbiamo proprio evitare di avere un’idea in comune, si possono anche vincere le elezioni, ma si uccide il Paese”. Insomma, “la proposta di Franceschini potrebbe essere l’ultima spiaggia alla vigilia del voto. Ma se partiamo dall’idea che non ci si può mettere d’accordo su un programma, mi pare difficile vincere le elezioni. Se vogliamo che gli astenuti vadano a votare bisogna discutere di cose che emozionino”.

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