Di Angelo Tortora 

 

Il teatro è uno dei luoghi in cui l’arte e la cultura prendono la loro forma più elegante,è performance, improvvisazione, soprattutto emozione, connessione tra gli interpreti sul palco e il pubblico in sala,il teatro è un tempio,un tempio dove non entra mai il sole. Avrebbe detto Pino Caruso:”Il teatro è una forma di felicità interrotta dall’esistenza”.

Francesco Merola e Marianna Mercurio come i De Filippo,i Toto’,hanno in comune di mandare in visibilio il pubblico(mostri sacri della sceneggiata),il Teatro Totò è solo l’ultimo palcoscenico che ha visto la grande coppia protagonista nel giorno dell’onomastico di Sua Maestà,il Re di Napoli:Mario Merola.

Dal Teatro Roma di Portici,all’Auditorium di Saviano fino al Teatro Ricciardi di Capua e per lo appunto al Toto’ nel capoluogo campano è sempre e solo sold-out,una Napoli pazzamente innamorata per i Merola storicamente e lo ha dimostrato anche in questi primi tre giorni(venerdì 17,sabato 18 e domenica 19) e per una Marianna Mercurio che in ogni sua esibizione c’è l’apoteosi della gente.

Marianna Mercurio, tra le attrici napoletane più amate vista la sua bravura nell’interpretazione dei personaggi che la rende unica,geniale e maestosa,doti innate che possiedono solo i grandissimi(dal film di Sorrentino a quello di Gallo. E alla serie di Miniero),formatosi proprio presso il Teatro Totò, ha perfezionato i suoi studi con nomi del calibro di Enrico Bonavera e Antonio Sinagra,il suo debutto nel mondo dello spettacolo è avvenuto all’età di 16 anni.

Quel ruolo scomodo della Mercurio in “Lacreme Napulitane” che fa’ innamorare(o’ malament’),ingelosire al punto di arrivare quasi alla follia per lei(il marito) e tenere in ansia il piccolo(Pierino) che ha visto tutto.

Se guardi in cielo e fissi una stella, se senti dei brividi sotto la pelle, non coprirti, non cercare calore, non è freddo ma è solo amore ed è quello che ha regalato Francesco Merola in queste tappe e lo farà in tutta Italia,da brividi, da “l’urdemo emigrante“(canzone vincitrice del Festival di Napoli 2001 cantata da Mario e Francesco) a  “Parla cume” che hanno commosso,emozionato la platea presente.

 

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