Ieri sera teatro gremito per il primo concerto di Pink Floyd Legend. Il primo di 5 concerti che fino a domenica il gruppo farà al Bellini. Cinque serate per presentare 5 album del gruppo britannico. Ogni serata sarà basata su un album di grande successo. Il primo, quello di ieri sera è stato dedicato a “The Dark Side of The Moon”, il oro album di maggior successo. Nasti pensare che nel marzo del 2014 ha toccato le 1100 settimane nella classifica US Top Catalog. Con oltre 50 milioni di copie vendute, è uno degli album più venduti della storia.
Poi si proseguirà il 16 con la riproposizione di Pulse, l’ultimo album dal vivo della band inglese contenente anche tutto Dark Side. Il 17 saranno eseguiti Animals e Wish you were here, il 18 sarà dedicato a The Wall e The Final Cut mentre per la serata conclusiva del 19 gennaio il gruppo proporrà Atom Heart Mother, il concerto-evento con coro e orchestra che, a ogni replica, in ogni teatro d’Italia, continua a riscuotere tutti sold out.
Nati nel 2005, i Pink Floyd Legend sono oggi riconosciuti come il gruppo italiano che rende, in ogni loro spettacolo, il miglior omaggio alla musica dei Pink Floyd, grazie alla realizzazione di show perfetti, frutto dello studio approfondito delle partiture e dei concerti live che la band inglese ha proposto nel corso degli anni.
Qualcuno penserà che non ci vuole molto a riempirei teatri portando in giro la musica di un gruppo universalmente conosciuto. Sta di fatto che ci vuole anche tanto coraggio a farlo. I paragoni con la band sono inevitabili. Per altro al teatro in genere ci vanno solo i “grandi malati” dei Pink Floyd. E difatti ieri sera era così, con tutti più o meno i presenti pronti a cantare a squarciagola le note di tutti i brani suonati. Quando poi Alessandro Errichetti, voce e chitarre del gruppo, ha intonato “The Wall” è stato un putiferio. “Hey, Teachers, leave them kids alone! All in all it’s just, another brick in the wall”.
Magari non tutti sapevano perfettamente le parole, a Napoli l’inglese è una lingua ostica. Sta di fatto che tutti conoscevano il motivo. Per averlo sentito centinaia di volte.
Ed è stato un crescendo per tutta la serata, con una partenza cauta. Magari dovuta al fatto che i presenti non erano giovanissimi. Ma poi lentamente tutti si sono sciolti, ed i tre bis finali sono stati una baraonda.
Ed alla fine tutti hanno lasciato il teatro con le lacrime agli occhi, avendo rivissuto emozioni della loro gioventù. Insomma missione compiuta e c’è da giurare che da stasera a domenica in tanti torneranno.