Sarabanda, l’ ultima opera di Ingmar Bergman, che sebbene pensata per il cinema ha una struttura straordinariamente affine al linguaggio teatrale. E il lavoro messo in scena da Roberto Anndò, in anteprima nazionale al Mercadante ne è la dimostrazione.

Dieci scena durante le quali si alternano, due alla volta, i 4 protagonisti. Questa la struttura della commedia. Un lavoro che ha tenuto attento il pubblico presente. Un lavoro in cui la desolazione è alla base di tutto. Una famiglia “scombinata”, con un padre ormai quasi morente che ha rovinato l’esistenza del figlio. Che a sua volta sta rovinando quella della figlia. Un solo personaggio normale, una delle ex mogli dell’anziano genitore.

La trama non esiste, tutto si basa su vecchi ricordi dei tre protagonisti un po’ andati di testa. Fino al finale che non c’è. Il sipario cala improvviso in uno dei momenti caldi. Ognuno può decidere come andrà a finire questa storia. Ed in questo c’è la bellezza di una commedia che pur essendo nata per il cinema si sposa benissimo con le esigenze teatrali.

Un capolavoro assoluto, in cui tutti hanno fatto alla perfezione la loro parte. I quattro attori, con un bravissimo Renato Carpentieri nella parte del vecchio. Oltre a sottolineare la bravura di Alvia Reale ed Elia Schilton, rispettivamente ex moglie e figlio, ci sia permesso di sottolineare la bravura di una giovane Caterina Tieghi.

Bravissimo anche lo scenografo Gianni Carluccio. Non era semplice adattare al teatro un testo nato per il cinema, ma lui ci è riuscito alla grande. Dulcis in fundo un bravo al padrone di casa, Roberto Andò, direttore del Teatro Nuovo, e regista del lavoro. Un lavoro non semplice, ma che ha funzionato alla grande.

Please follow and like us:
Pin Share
Facebook
YouTube