Il secondo atto dell’Anno Santo 2025, la speranza che è entrata nelle carceri. Papa Francesco ha aperto la seconda Porta Santa del Giubileo nel penitenziario di Rebibbia. Un gesto che Bergoglio ha voluto con forza e che è diventato emblema delle visite che i Papi nell’ultimo secolo hanno compiuto verso i detenuti. Tra questi quelli di San Giovanni XXIII, che visitò Regina Coeli proprio il 26 dicembre del 1958, e quello di San Giovanni Paolo II che in carcere si recò per perdonare il suo attentatore, Ali Agca. Sempre a dicembre, ma nel 1983. Corsi e ricorsi storici con al centro un unico obiettivo: c’è una seconda possibilità per tutti.

Bergoglio ha attraversato la Porta Santa sulle sue gambe a differenza di quanto avvenuto la Notte di Natale in occasione dell’apertura della Porta Santa di San Pietro. «La seconda Porta è vostra – ha detto Bergoglio nella sua omelia a braccio -, è un bel gesto quello di aprire le porte che significa cuori aperti. Questo fa la fratellanza. I cuori chiusi non aiutano a vivere. La grazia di un Giubileo è spalancare, aprire. Soprattutto i cuori alla speranza». Un concetto che Bergoglio ha poi spiegato ai presenti, oltre 600 tra interno ed esterno della chiesa, usando l’esempio dell’ancora da «tenere in mano» con tutta la determinazione possibile nonostante le difficoltà che si possono incontrare perché «la corda fa male alle mani». Da Bergoglio, infine, un augurio di un buon 2025 e ai «detenuti che sono rimasti in cella, che non sono potuti venire»

 

Il Papa apre la Porta Santa in carcere a Rebibbia: Cuori aperti alla speranza

Tra i presenti alla funzione anche il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, anche se tra i due non si è parlato di quel provvedimento di clemenza per i detenuti in occasione del Giubileo chiesto dal Papa che, all’Angelus, è poi tornato su questa prima volta in un Giubileo ordinario definendo Rebibbia «la cattedrale del dolore e della speranza». E proprio dall’Angelus di Santo Stefano, Francesco ha lanciato il secondo monito di giornata: «Basta colonizzare i popoli con le armi – ha affermato -, lavoriamo per il disarmo contro le malattie contro il lavoro minorile e preghiamo per la pace nel mondo intero: nella martoriata Ucraina, in Gaza, Israele, Myanmar, Nord Kivu e in tanti Paesi che sono in guerra». Anche oggi migliaia di pellegrini si sono recati a Piazza San Pietro per varcare la Porta Santa tra imponenti presidi di sicurezza. Prossimo appuntamento del Giubileo sarà domenica 29 dicembre, giorno in cui si celebrerà il Giubileo delle Chiese Particolari, con l’apertura della terza Porta Santa a San Giovanni in Laterano. Questa volta il Papa non ci sarà perché ad aprire questa Porta Santa sarà il vicario generale della diocesi di Roma, cardinale Baldassare Reina.

 

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