Quando sei a teatro capisci immediatamente se la commedia cui stai assistendo è un evento o la semplice rappresentazione, semmai fatta benissimo, di un testo teatrale. Hamlet di Thomas Ostermeier di sicuro appartiene alla prima categoria. Un evento. Che potrà piacere o meno, ma di certo non si tratta della rappresentazione di un testo. E che testo, per altro, il capolavoro assoluto di William Shakespeare.
Lo si capisce immediatamente, bastano le prime scene. Di più, basta forse anche vedere la scenografia. Può piacere e non piacere, e a dire la verità alla prima del Bellini il pubblico ha applaudito a lungo, ed ha partecipato quando è stato coinvolto. Segno che ha gradito.
Uno spettacolo duro in apparenza. Basti pensare che sulla scena non si parlava italiano. C’era una traduzione su tabellone, ma gli attori non recitavano in italiano. Ma per assurdo leggere la traduzione non serviva a seguire la scena. Di tanto in tanto il sottoscritto, che non capiva assolutamente la lingua degli attori, si distraeva e non leggeva la traduzione, ma continuava sempre a seguire la storia. Immagino per altro che la cosa sia successa a tutto il pubblico presente. Hai voglia di dire che la storia era conosciuta un po’ da tutti. La verità è che quando gli attori sono bravi, ed il regista sa il suo mestiere, le parole non contano, basta il movimento.
Ultima notazione: il testo di William Shakespeare è stato rivisitato. Lo si sapeva, del resto il lavoro di Ostermeier è del 2008. La storia è quella, con Amleto che impazzisce alla morte del padre, ma le novità sono tante, a partire dalla prima scena, quasi comica. E poi c’è una video camera che interagisce con gli attori, nulla che era prevedibile all’epoca del grande bardo. Ad un certo punto ha fatto finanche la sua comparsa un cellulare, prelevato da uno spettatore. Perché gli attori, sempre senza pronunciare una sola parola di italiano, coinvolgevano il pubblico.
Che dire: uno spettacolo da vedere, anche se sarà in scena solo per altri tre giorni, fino a domenica 15 dicembre. Con i biglietti che sono esauriti. Chi può faccia un tentativo, non si sa mai.